Il Burkina Faso ha espulso tre diplomatici francesi, accusati di “attività sovversive”

Una manifestazione in Burkina Faso contro la Francia e la Comunità economica dei paesi dell'Africa occidentale (CEDEAO) (AP Photo/Kilayé Bationo)
Una manifestazione in Burkina Faso contro la Francia e la Comunità economica dei paesi dell'Africa occidentale (CEDEAO) (AP Photo/Kilayé Bationo)

Il Burkina Faso, uno stato dell’Africa occidentale, ha ordinato l’espulsione di tre diplomatici francesi, accusati di “attività sovversive”. I tre sono stati dichiarati persona non grata (la locuzione è latina, letteralmente “persona non gradita”) e sono state date loro 48 ore per lasciare il paese. La giunta militare che governa il paese non ha specificato di cosa siano accusati di preciso ma, secondo una fonte sentita da Reuters che ha chiesto di rimanere anonima, si sarebbero incontrati con esponenti di organizzazioni della società civile, le cui libertà sono state progressivamente limitate dalla giunta.

Il Burkina Faso fu una colonia francese fino al 1960: nei decenni successivi ha avuto rapporti abbastanza stretti con la Francia, che sono peggiorati decisamente dopo due colpi di stato nel 2022. Nel 2023 la Francia aveva richiamato il proprio ambasciatore in Burkina Faso.

La giunta militare che governa il paese dal 2022 si è rivolta maggiormente ai vicini Niger e Mali (altri paesi governati da giunte militari golpiste) e alla Russia per avere aiuto nella gestione dei problemi di sicurezza della regione. Da anni infatti nel Sahel (la regione a sud del Sahara) è in corso un’insurrezione jihadista, che ha creato molti problemi sia alle forze armate locali sia a quelle inviate nella regione da Stati Uniti e Francia. Negli ultimi mesi la Francia ha avviato il ritiro dei suoi contingenti dal Niger, dopo averli già ritirati da Mali e Burkina Faso.

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