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  • Giovedì 11 aprile 2024

Il grosso processo che ha portato alla condanna a morte di una delle donne più ricche del Vietnam

L'imprenditrice immobiliare Truong My Lan era accusata di aver sottratto l'equivalente di miliardi di euro a una banca, nella più grande truffa della storia del paese

una donna in tribunale circondata da uomini in divisa
Truong My Lan durante l'udienza in cui è stata condannata (Thanh Tung/VnExpress via AP)
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In Vietnam l’imprenditrice edile miliardaria Truong My Lan, una delle donne più ricche del paese, è stata condannata a morte per appropriazione indebita per aver sottratto illecitamente l’equivalente di diversi miliardi di euro a una banca. Solitamente i procedimenti giudiziari in Vietnam sono piuttosto riservati, ma quello contro Truong My Lan è stato molto pubblicizzato: è probabile che il governo, controllato in modo autoritario dal Partito Comunista, volesse dare risalto a una grossa operazione di lotta alla corruzione, che da tempo è al centro del suo programma politico.

Truong My Lan è accusata di aver usato una rete di società false e prestanome per aggirare le leggi che in Vietnam impediscono a una singola persona di controllare più del 5 per cento di una banca: in questo modo era arrivata a controllare più del 90 per cento della Banca commerciale di Saigon, e aveva elargito grossi prestiti ad altre compagnie che controllava o con cui aveva legami, causando ingenti perdite all’istituto finanziario. Aveva poi corrotto i funzionari della banca per nascondere le transazioni illecite. I familiari di Truong hanno detto che l’imprenditrice farà ricorso contro la sentenza.

Quella orchestrata da Truong è la frode più grande mai avvenuta nel paese: ha un valore complessivo di 11,7 miliardi di euro, e tra le altre cose l’imprenditrice è accusata di aver cercato di dare a un funzionario la più grande tangente nella storia del Vietnam, pari a 5,2 milioni di dollari. Anche il processo è stato particolarmente imponente: sono stati ascoltati 2.700 testimoni, e le carte processuali pesano in tutto sei tonnellate. Nello stesso processo sono state condannate altre 84 persone, fra cui il marito e la nipote di Truong.

Oltre alla condanna a morte per corruzione, Truong è stata condannata a vent’anni di carcere per corruzione e ad altri vent’anni per aver violato i regolamenti bancari. Dovrà anche pagare l’equivalente di 25 miliardi di euro di danni alla banca.

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Le condanne a morte per crimini finanziari, soprattutto contro le donne, sono piuttosto rare in Vietnam.  Il processo contro Truong però fa parte di una grande campagna del governo vietnamita per combattere la corruzione, e finora diverse indagini hanno portato alle dimissioni di due presidenti e di due vice primi ministri.

Truong, che oggi ha 67 anni, iniziò a lavorare vendendo accessori per capelli nel mercato di Ho Chi Minh, nel sud del Vietnam. Fra gli anni Ottanta e i Novanta aveva iniziato a sfruttare le proprie conoscenze nel Partito Comunista per acquistare terreni su cui realizzare progetti edili di lusso, spesso in zone in cui i prezzi degli immobili sono particolarmente alti. In Vietnam i terreni sono formalmente tutti di proprietà dello stato, e per poterli acquistare è essenziale essere in buoni rapporti con il Partito: l’edilizia è quindi un settore in cui è abbastanza difficile farsi strada, ma gli investimenti sono spesso fruttuosi. In questo modo Truong era rapidamente diventata miliardaria.

Truong e la Van Thinh Phat Holdings Group, la sua società edilizia, erano attive in tutto il paese, ma comunque molto legate a Ho Chi Minh, ex capitale del Vietnam del Sud e fino al 1976 chiamata Saigon, che ancora oggi è la città più grande del paese e il suo più importante centro commerciale e imprenditoriale. Gran parte degli affari e del denaro in città passa da una cerchia relativamente ristretta di imprenditori e funzionari, in cui è diffusa la corruzione: il processo contro Truong è visto anche come un segnale contro di loro.

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