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  • Lunedì 8 aprile 2024

Le foto dei palestinesi che tornano a Khan Yunis, ormai semidistrutta

Dopo il ritiro dell'esercito israeliano molte persone stanno provando a tornare in città, ma l'occupazione l'ha resa in gran parte inabitabile

Khan Yunis dopo mesi di occupazione israeliana (REUTERS/ Ahmed Zakot)
Khan Yunis dopo mesi di occupazione israeliana (REUTERS/ Ahmed Zakot)
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Domenica l’esercito israeliano ha annunciato che avrebbe ridotto fortemente la presenza dei propri soldati a Khan Yunis, che prima dell’inizio della guerra fra Israele e il gruppo radicale palestinese Hamas era la seconda città più grande della Striscia di Gaza, a sud. Lunedì alcune persone che avevano lasciato la città durante l’invasione e l’occupazione israeliane sono quindi potute tornare: molte hanno trovato la propria casa demolita dai bombardamenti, e in generale l’occupazione ha lasciato ampie porzioni della città distrutte o quasi.

Negli ultimi mesi molti degli abitanti di Khan Yunis infatti si erano spostati più a sud, a Rafah, dove si è rifugiata più della metà degli abitanti della Striscia, in tendopoli e campi profughi in cui le condizioni di vita sono molto precarie. Alcune delle persone tornate in città – a piedi, in bici o su carri trainati da asini – vedendo il livello di distruzione hanno recuperato qualche oggetto lasciato nelle case e sono tornati nei campi profughi a sud. Secondo due ricercatori statunitensi che hanno studiato le immagini satellitari della zona per analizzare quanti danni abbia subito la città, sarebbe stato distrutto il 55 per cento dei 45mila edifici della zona di Khan Yunis.

Una persona ha dettoBBC News che «le case sono inabitabili, nelle moschee non si può pregare, e le strade, le infrastrutture, persino le linee elettriche, sono state tutte distrutte». Altre persone invece hanno deciso di rimanere, sostenendo che anche le abitazioni semidistrutte di Khan Yunis sarebbero meglio dei campi di tende di Rafah.

L’obiettivo del ritiro israeliano da Khan Yunis è piuttosto dibattuto e ancora non del tutto chiaro: il governo ha detto di voler far riposare le truppe in vista di un’invasione di Rafah, annunciata da settimane ma non ancora iniziata. Rafah è l’ultima città della Striscia non ancora invasa da Israele e in questi mesi moltissimi civili si sono spostati lì: è possibile che il ritiro dell’esercito da Khan Yunis serva almeno in parte proprio a diminuire la presenza di civili a Rafah. La distruzione di Khan Yunis però potrebbe non agevolare lo spostamento in massa delle persone che fin qui si erano rifugiate a Rafah.