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  • Domenica 7 aprile 2024

Nella sede del governo del Messico 19 gatti sono «beni immobili viventi»

Il governo ha conferito ai gatti che vivono nel Palazzo nazionale uno status ufficiale, che obbliga lo stato a prendersene cura

Uno dei gatti nella sede del governo di Città del Messico (AP Photo/Eduardo Verdugo)
Uno dei gatti nella sede del governo di Città del Messico (AP Photo/Eduardo Verdugo)
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Il governo messicano questa settimana ha fornito ai 19 gatti randagi che vivono nel Palazzo nazionale di Città del Messico lo status di “beni immobili viventi”. Il Palazzo nazionale è la sede del governo messicano e la residenza del presidente Andrés Manuel López Obrador, e con questa decisione i gatti diventano formalmente parte del patrimonio del palazzo: lo stato è quindi obbligato ad accudirli, a curarli e a nutrirli, finché vivranno. A questo scopo, nel palazzo presidenziale è stato appositamente assunto un veterinario, Jesús Arias.

I 19 gatti vivono nel palazzo da anni, e sono completamente liberi di circolare in tutti i suoi spazi, riunioni governative comprese. L’iniziativa del governo ha l’evidente scopo di attirare le simpatie degli elettori, ma fa anche parte di un più ampio programma di garanzia del benessere degli animali.

I gatti hanno nomi di celebrità, divinità antiche, rocce antiche e termini della lingua azteca: come Ollin, traducibile grossomodo come “movimento”. Altri nomi sono Bellouf, Nube, Coco, Yema, Balam. C’è un gatto soriano rosso che si chiama Bowie in onore del celebre cantante David Bowie, che nel 1997 visitò il Palazzo nazionale per ammirare un murale del pittore messicano Diego Rivera.

I gatti, come detto, circolano all’interno del palazzo dove vogliono: nel giardino così come nelle antiche sale coloniali dell’edificio. Lo scorso luglio uno dei gatti si era intrufolato alla conferenza stampa quotidiana che il presidente López Obrador tiene con i giornalisti, aggirandosi davanti al palco finché non era stato portato via da alcuni funzionari.

Il gatto, che si chiama Zeus, era anche uno dei più insistenti nel chiedere da mangiare a chiunque frequentasse il palazzo: al punto, ha detto la dirigente del patrimonio culturale del palazzo Adriana Castillo Román, che il governo aveva dovuto chiedere ai giornalisti di smettere di dargli da mangiare perché «stava diventando molto grasso».

Nel palazzo presidenziale i gatti circolavano anche prima: Castillo ha raccontato che quando si insediò López Obrador di loro si prendevano cura alcuni dei dipendenti del palazzo, che saltuariamente portavano avanzi di cibo da casa per dar loro da mangiare.

Ma da quando i gatti sono stati proclamati “beni immobili viventi”, la sede del governo li ha vaccinati, sterilizzati e dotati di microchip per identificarli e non perderli. All’interno del palazzo sono state costruite casette e piccole stazioni con cibo e acqua. Lo status resterà ai gatti anche dopo la fine del governo di López Obrador: a meno che non venga rimosso, anche i prossimi governi dovranno occuparsi di loro.