Israele ha annunciato il blocco delle consegne di cibo da parte dell’UNRWA verso il nord della Striscia di Gaza

Una manifestazione di israeliani contro l'UNRWA, il 20 marzo 2024
Una manifestazione di israeliani contro l'UNRWA, il 20 marzo 2024 (Ilia Yefimovich/dpa/ANSA)

Philippe Lazzarini, il direttore dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi, ha detto che Israele ha annunciato che smetterà di approvare le spedizioni di cibo da parte dell’agenzia nel nord della Striscia di Gaza. L’UNRWA fornisce assistenza umanitaria alle persone palestinesi dal 1949: al momento la sua attività è fondamentale all’interno della Striscia, dove i bombardamenti israeliani hanno provocato una grave crisi umanitaria. La situazione è particolarmente critica proprio nel nord: lì le consegne di aiuti umanitari sono molto meno frequenti rispetto al sud, dove continuano ad arrivare tramite il varco di Rafah, al confine con l’Egitto, sebbene in maniera irregolare e tra enormi difficoltà.

Lazzarini ha definito la decisione di Israele «scandalosa», ha chiesto che le restrizioni vengano revocate e ha detto che impedire all’UNRWA di fare il proprio lavoro nella Striscia porterà «molti altri a morire di fame, disidratazione e mancanza di riparo». Nel frattempo il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom ha commentato che «tutti gli sforzi per consegnare cibo non solo dovrebbero essere consentiti, ma ci dovrebbe essere un’immediata accelerazione delle consegne».

A gennaio Israele aveva accusato alcuni dipendenti dell’UNRWA di aver partecipato agli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro i civili israeliani: le accuse riguardano una decina di dipendenti, su 13 mila totali dell’agenzia a Gaza. A seguito di queste accuse alcuni paesi occidentali avevano sospeso i propri finanziamenti all’agenzia (anche se successivamente molti di questi li hanno poi ripristinati), mentre Israele, che ha da sempre un rapporto piuttosto conflittuale con l’UNRWA, ha reso progressivamente più complicato il suo lavoro a Gaza.

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