In un attacco terroristico a una base militare in Somalia sono state uccise almeno 17 persone

Una fila di giovani soldati armati e con il volto coperto, a bordo di un mezzo militare
Miliziani di al Shabaab in una foto del 2010 (AP Photo/Mohamed Sheikh Nor)

Sabato in Somalia un gruppo di miliziani del gruppo islamista al Shabaab ha attaccato la base militare di Buslei, nella regione sudoccidentale del Basso Scebeli, causando la morte di almeno 17 persone: 10 miliziani e sette soldati somali, tra cui il comandante della base. Secondo un ufficiale militare sentito dall’agenzia Reuters una parte dei miliziani ha compiuto un attacco suicida utilizzando delle autobombe, e l’altra ha poi preso il controllo della base, prima di essere respinta da altri soldati intervenuti dopo l’attentato.

In un comunicato al Shabaab, che fornisce spesso numeri sovrastimati delle vittime dei suoi attentati, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco e ha detto di aver ucciso 57 militari del governo. Da tempo il gruppo controlla diverse parti del paese e compie attacchi con una certa frequenza: l’obiettivo è rovesciare il governo centrale e assumere il pieno controllo del paese promuovendo una rigida interpretazione della legge islamica. A gennaio aveva rapito le persone a bordo di un elicottero dell’ONU che era dovuto atterrare in un villaggio controllato dal gruppo a causa di un guasto al motore.

“Al Shabaab”, che in arabo significa “la gioventù”, si è sviluppato da una rete di gruppi islamici che all’inizio del 2006 prese il controllo di Mogadiscio, la capitale, sotto il nome di Unione delle Corti Islamiche. In seguito a un intervento militare etiope a sostegno del governo somalo, tra il 2006 e il 2007, i leader delle Corti furono allontanati dal paese. L’ala più radicale dell’organizzazione riuscì però a mantenere il controllo di alcune città e a riorganizzarsi formando il gruppo al Shabaab, che alcuni anni dopo si affiliò al gruppo terroristico al Qaida per ottenere maggiori finanziamenti.