Il dipartimento di Giustizia statunitense e 16 stati hanno fatto causa a Apple per presunto monopolio nel mercato degli smartphone

(Johannes Simon/Getty Images)
(Johannes Simon/Getty Images)

Giovedì il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e i procuratori generali di 16 stati hanno fatto causa alla società tecnologica Apple, accusata di aver violato le leggi sulla concorrenza e di aver raggiunto una posizione di sostanziale monopolio nel mercato statunitense degli smartphone. Secondo l’accusa l’azienda avrebbe di fatto impedito ad altre società di offrire applicazioni e prodotti per smartphone in concorrenza con quelli Apple, garantendo ai propri prodotti e servizi una via preferenziale: per esempio è più facile collegare all’iPhone dispositivi Apple, come cuffie o smartwatch, rispetto a quelli dei concorrenti. L’azienda ha sempre sostenuto che questo avvenga per garantire maggiore sicurezza dei dispositivi, mentre l’accusa sostiene che sia per ostacolare la concorrenza, sia a danno delle aziende più piccole che dei consumatori, a cui in questo modo Apple può imporre prezzi più alti sui propri prodotti.

Apple sta affrontando problemi legali anche nell’Unione Europea, dove è stata recentemente multata per 1,8 miliardi di euro per aver violato le regole sulla concorrenza nel settore dello streaming musicale, impedendo agli utenti di venire a conoscenza di offerte di servizi alternativi a Apple Music, come Spotify. Recentemente un nuovo regolamento europeo le ha anche imposto di rinunciare a far scaricare le applicazioni sui suoi smartphone esclusivamente attraverso l’App Store, il principale sistema di vendita e distribuzione delle app gestito da Apple: entro la fine della primavera, chi possiede un iPhone potrà scaricare nuove applicazioni direttamente dal sito di chi le sviluppa senza dover per forza utilizzare il sistema di Apple.