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  • Lunedì 18 marzo 2024

Le inusuali proteste a Cuba contro la mancanza di cibo ed elettricità

Si sono tenute domenica e sono state le più significative dopo quelle del 2021: in risposta il regime ha limitato l'accesso a Internet per bloccare la circolazione di video e foto

Macchine in coda per il carburante, L'Avana, 11 settembre 2019 (AP Photo/Ismael Francisco)
Macchine in coda per il carburante, L'Avana, 11 settembre 2019 (AP Photo/Ismael Francisco)
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Domenica 17 marzo a Cuba migliaia di persone hanno manifestato in diverse città dell’isola contro la carenza di cibo e di energia elettrica. Secondo una società statunitense che si occupa di verifica delle condizioni della rete, e secondo le testimonianze di molti cubani, in contemporanea con le proteste l’azienda statale di telecomunicazioni cubana ha limitato l’accesso a Internet da smartphone e altri dispositivi mobili. La maggior parte dei cubani fa affidamento sul servizio di telefonia mobile per accedere ai social media poiché in pochi hanno accesso a connessioni fisse.

Le manifestazioni di domenica sono state organizzate per protestare contro la grave crisi economica in corso, a causa della quale sull’isola mancano cibo, generi di prima necessità, carburante ed elettricità. Le proteste più importanti si sono svolte a Santiago de Cuba, la seconda città più grande dell’isola, ma si sono diffuse anche altrove, tra cui a Bayamo, capoluogo della provincia di Granma, nel sudest. Sembrano essere nate in modo spontaneo a causa soprattutto dell’ennesimo blackout dovuto ai lavori di manutenzione della centrale termoelettrica Antonio Guiteras, la più grande dell’isola.

Le recenti manifestazioni sono state anche le più significative dopo quelle del 2021, quando decine di migliaia di cubani scesero in piazza per chiedere le dimissioni del governo del presidente Miguel Díaz-Canel, il primo leader di Cuba dal tempo della rivoluzione del 1959 che non appartiene alla famiglia Castro. In quell’occasione il governo cubano rispose con la violenza inviando per la prima volta in decenni la polizia in tenuta antisommossa e arrestando circa mille persone. Inoltre il governo bloccò gli accessi a Internet per diverse ore, per evitare la diffusione delle immagini e dei video delle proteste e per impedire ai manifestanti di organizzarsi online.

La società di monitoraggio Kentik, con sede a San Francisco, ha detto che durante le manifestazioni di domenica si è verificata una situazione simile a quella del 2021 e che il calo del traffico Internet è durato circa cinque ore. Il Washington Post ha scritto che l’ambasciata cubana non ha risposto alla loro richiesta di commento sui blocchi che non hanno comunque impedito che diverse immagini e video circolassero in rete, soprattutto tramite profili social di giornalisti e attivisti residenti all’estero.

A Cuba possedere un telefono cellulare è diventato legale soltanto nel 2008 e la diffusione del traffico dati sugli smartphone è cominciata nel 2018: prima i cubani dovevano collegarsi a sovraccariche e costosissime reti pubbliche, che rendevano quasi impossibile il caricamento di foto e video.

Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha parlato delle proteste dicendo che sono il risultato dell’embargo economico contro Cuba imposto dagli Stati Uniti. L’embargo era stato eliminato nel 2014 da Barack Obama nell’ambito di un più ampio ristabilimento dei rapporti diplomatici, ma poi era stato ripristinato nel 2017 da Donald Trump, che aveva imposto nuove restrizioni alla circolazione e agli scambi commerciali tra i due paesi. L’amministrazione di Joe Biden, per ora, ha mantenuto l’embargo, anche se ha annunciato l’intenzione di riesaminarlo in futuro. Díaz-Canel ha anche detto che il governo cercherà di soddisfare le richieste dei manifestanti.