Il governo statunitense ha sanzionato tre coloni e due insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania

Una parte dell'insediamento di Maale Adumim (Lior Mizrahi/Getty Images)
Una parte dell'insediamento di Maale Adumim (Lior Mizrahi/Getty Images)

Il dipartimento di Stato statunitense (in pratica il ministero degli Esteri) ha imposto sanzioni contro tre coloni e due insediamenti israeliani in Cisgiordania, territorio che Israele occupa dal 1967 ma che la stragrande maggioranza della comunità internazionale ritiene appartenga ai palestinesi, che in parte lo governano. Gli insediamenti, le cosiddette colonie, sono considerati illegali dalla maggior parte delle organizzazioni internazionali e degli esperti di diritto. È la seconda volta che vengono imposte delle sanzioni contro coloni israeliani, e la prima che vengono sanzionati interi insediamenti.

Le sanzioni congelano, ossia rendono temporaneamente inutilizzabili, i beni che si trovano negli Stati Uniti e che appartengono ai coloni sanzionati, e impediscono ai coloni di entrare negli Stati Uniti o di compiere transazioni economiche con persone che si trovano nel paese. Non è chiaro quale sia l’effetto delle sanzioni su un intero insediamento. Secondo il dipartimento di Stato, i tre coloni sono stati sanzionati perché avrebbero compiuto violenze, minacciato o espropriato i residenti palestinesi di alcuni centri della Cisgiordania. I due insediamenti sanzionati sarebbero usati come base per le loro azioni violente da due dei tre coloni.

La presenza di coloni e dei loro insediamenti causa frequenti scontri, anche molto violenti, con gli abitanti palestinesi della Cisgiordania. Dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza sono diventati più gravi e frequenti. A dicembre gli Stati Uniti avevano detto che avrebbero negato il visto ai coloni israeliani responsabili di violenze contro i palestinesi in Cisgiordania, e a febbraio avevano imposto le prime sanzioni contro dei coloni.

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