Un ragazzo palestinese è stato ucciso dalla polizia di frontiera israeliana in un campo profughi in Cisgiordania

Polizia israeliana vicino al campo profughi di Shuafat (AP Photo/ Mahmoud Illean)
Polizia israeliana vicino al campo profughi di Shuafat (AP Photo/ Mahmoud Illean)

Martedì sera la polizia di frontiera israeliana ha ucciso un ragazzo palestinese nel campo profughi di Shuafat, in Cisgiordania, il territorio che Israele occupa dal 1967 e che i palestinesi rivendicano come proprio. Il campo di Shuafat si trova circa cinque chilometri a est di Gerusalemme.

Secondo Israele, il ragazzo è stato ucciso nel corso di scontri tra gli agenti israeliani e alcuni palestinesi che abitano nel campo profughi. La polizia ha detto che i palestinesi avrebbero lanciato bottiglie molotov e sparato fuochi d’artificio contro i poliziotti, che hanno risposto sparando contro uno di loro, uccidendolo. Il ragazzo, che si chiamava Rami Hamdan al Halhouli, è stato colpito, poi arrestato e trasferito in ospedale per essere curato. Poco dopo è stato dichiarato morto. La sua età non è del tutto chiara: il giornale israeliano Haaretz scrive che aveva 13 anni, mentre BBC News, che ha parlato con la sua famiglia, ha scritto che ne aveva 12.

Gli scontri tra polizia di frontiera israeliana e palestinesi nel campo profughi di Shuafat sono avvenuti nella seconda notte del Ramadan, il mese più sacro per le persone musulmane. Non è raro che durante il Ramadan ci siano scontri di questo tipo: per esempio avvengono a Gerusalemme vicino alla moschea di al Aqsa, che si trova nella Spianata delle moschee, luogo sacro sia per i musulmani che per gli ebrei, e il cui accesso è gestito dalle autorità israeliane anche se solo i musulmani ci possono pregare.