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  • Martedì 12 marzo 2024

Una rivalità diversa

Quella tra Jürgen Klopp e Pep Guardiola da allenatori di Liverpool e Manchester City è stata inedita ed eccezionale per molte ragioni: dal loro rapporto personale al modo in cui hanno innovato il calcio

(Michael Regan/Getty Images)
(Michael Regan/Getty Images)
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La scorsa domenica, nella partita finita 1-1 tra Liverpool e Manchester City, gli allenatori Jürgen Klopp e Pep Guardiola si sono affrontati per l’ultima volta in Premier League (il campionato di calcio inglese), perché Klopp ha già detto che alla fine della stagione lascerà il Liverpool. Guardiola e Klopp, spagnolo e tedesco, 53 e 56 anni, sono considerati dalla maggior parte degli esperti due tra i migliori allenatori degli ultimi due decenni. Di sicuro sono tra i più vincenti e soprattutto influenti, per come hanno innovato il gioco e ispirato nuove generazioni di allenatori. Quella tra Liverpool e Manchester City è stata, come spesso è accaduto in questi anni, una partita spettacolare e intensa, giocata a un ritmo altissimo. A dieci giornate dalla fine, è ancora molto incerto chi vincerà la Premier League: al primo posto il Liverpool e l’Arsenal hanno 64 punti, il Manchester City al secondo ne ha 63.

Alla fine della partita di domenica, tanto entusiasmante per gli spettatori quanto estenuante per le due squadre, Klopp e Guardiola si sono abbracciati a lungo, in un modo piuttosto inusuale e che è stato molto notato dai telecronisti in diretta e dai commentatori dopo: era il simbolo della fine di una rivalità difficilmente ripetibile, per molte ragioni che hanno a che fare con il carattere dei due allenatori e con la loro influenza sul calcio mondiale. Potrebbero incontrarsi ancora una volta in FA Cup, la coppa di lega inglese, dove entrambe le squadre sono ancora in corsa. Domenica 10 marzo però si sono sfidati per l’ultima volta in Premier League come allenatori di Liverpool e Manchester City, e quella partita è stata vista da molti come la fine di una piccola era, per il calcio inglese e non solo.

La sera del primo giugno 2019, mentre festeggiava con i giocatori del Liverpool la vittoria della Champions League, la principale competizione europea, Klopp ricevette una telefonata da Guardiola. «Mi ha fatto i complimenti, e poi ci siamo promessi a vicenda che l’anno prossimo continueremo a prenderci a calci in culo. Proveremo a vincere tutto e vedremo cosa otterremo», raccontò lo stesso allenatore tedesco ai giornalisti in conferenza stampa. La settimana prima si era conclusa una Premier League abbastanza eccezionale: il Manchester City aveva vinto il titolo con 98 punti, il Liverpool era arrivato secondo con 97. La terza in classifica, il Chelsea, era distante 25 punti. Spesso, in questi anni, il City e il Liverpool hanno giocato su livelli inavvicinabili per qualsiasi altra avversaria, sia in Inghilterra che in Europa.

La rivalità tra le due squadre, e in particolare tra i due allenatori, è sintetizzata bene da questo aneddoto sulla telefonata. Klopp e Guardiola si stimano, il loro antagonismo è stato quasi esclusivamente sportivo e li ha spinti a cercare sempre nuove soluzioni, a migliorarsi di continuo, a influenzarsi a vicenda. Il Liverpool e il Manchester City, del resto, non sono due rivali storiche: la competizione tra le due squadre si è alimentata solo perché le loro sfide degli ultimi anni sono state molto intense, e perché spesso si sono contese traguardi importanti. Anche per questo la rivalità tra i due allenatori è stata molto diversa da altre del passato.

(AP Photo/Jon Super)

Una delle più grandi rivalità degli ultimi vent’anni era stata per esempio quella tra Guardiola e il portoghese José Mourinho, quando entrambi allenavano in Spagna rispettivamente Barcellona e Real Madrid, storicamente due delle squadre più forti al mondo. Tra loro nacque una rivalità non solo sportiva, ma anche dialettica, che racchiudeva diverse altre ragioni di divisione, in alcuni casi anche piuttosto identitarie: era innanzitutto un confronto tra due squadre storicamente nemiche, ma anche tra il Barcellona della Catalogna indipendentista e il Real Madrid della capitale, e tra i giocatori più forti al mondo di quel momento, Messi e Cristiano Ronaldo. Soprattutto, i due allenatori non avrebbero potuto avere stili comunicativi e di gioco più diversi.

Guardiola contro Klopp invece è stato un antagonismo strategico, tattico, di gioco. Non sono comunque mancate strategie comunicative che cercavano di scaricare le maggiori pressioni sull’avversario: Klopp ha cercato spesso di far passare il Liverpool per underdog, la squadra sfavorita che riesce a competere ai livelli più alti nonostante molte difficoltà, citando la grande disponibilità economica del City, mentre Guardiola ha provato a fare il contrario citando la storia vincente del Liverpool. In generale però prima e dopo le tantissime partite tra City e Liverpool si è parlato quasi sempre e solo di calcio, senza che l’attenzione si spostasse su polemiche personali e meno legate al gioco.

Anche se Guardiola e Klopp sono due allenatori con idee molto diverse, negli anni attraverso le molte sfide si sono per certi versi avvicinati, e i loro stili di gioco si sono modificati a vicenda e ibridati. Da una parte Guardiola ha aggiunto al suo “calcio di posizione”, quello basato sul controllo della palla e degli spazi, elementi del gioco verticale e frenetico di Klopp. Il gioco di Klopp invece era tipicamente molto intenso, basato sulla riconquista veloce della palla e l’immediata verticalizzazione, cioè la tendenza a fare lanci e passaggi lunghi verso la porta avversaria non appena possibile, quando si è in possesso del pallone: a questo modo di giocare Klopp ha aggiunto da alcuni anni fasi di possesso palla più ragionate, tipiche delle squadre di Guardiola.

Entrambi in questo modo hanno reso le loro squadre più complete e imprevedibili, ancora una volta influenzando moltissimo anche altri allenatori. Le partite tra Liverpool e Manchester City degli ultimi anni sono state quasi sempre l’espressione più avanzata e più alta del calcio europeo del momento.

(AP Photo/Frank Augstein)

Pep Guardiola arrivò al Manchester City nell’estate del 2016, quando era già considerato uno dei migliori allenatori di sempre, per i suoi successi con il Barcellona e il Bayern Monaco. Dopo una prima stagione chiusa senza titoli, ha vinto per cinque volte la Premier League (le ultime tre di fila), battendo il record di punti nel 2018 (100). Lo scorso anno ha completato il cosiddetto treble, o triplete, vincendo in una sola stagione le tre competizioni più importanti a disposizione: la Premier League, la FA Cup (la principale coppa di lega inglese, equivalente della nostra Coppa Italia) e soprattutto la Champions League, la sua terza in carriera e la prima nella storia del City.

Jürgen Klopp diventò l’allenatore del Liverpool un anno prima, nel 2015. In precedenza aveva vinto due campionati tedeschi con il Borussia Dortmund, gli ultimi prima degli undici consecutivi vinti dal Bayern Monaco (la cui striscia potrebbe finire quest’anno). In questi anni il Liverpool ha giocato per tre volte la finale di Champions League, vincendola nel 2019 contro il Tottenham (ed eliminando, nei quarti di finale del 2018, proprio il City di Guardiola). Nel 2020 vinse il campionato inglese, che non vinceva dal 1990, e in generale negli ultimi sei anni il Liverpool è stata l’unica squadra in grado di gareggiare alla pari, o quasi, con il Manchester City di Guardiola.

In carriera Klopp e Guardiola si sono affrontati 30 volte come allenatori (8 in Germania, quando allenavano il Borussia Dortmund e il Bayern Monaco, le altre con il Liverpool e il City). Il bilancio di queste partite è quasi in perfetto equilibrio: ci sono stati nove pareggi, undici vittorie di Klopp e dieci di Guardiola (due dei pareggi sono arrivati in gare secche nelle coppe nazionali e sono stati decisi ai calci di rigore, con una vittoria per parte). Klopp è l’allenatore contro cui Guardiola ha perso più partite, Guardiola è l’allenatore contro cui Klopp ha perso più partite.

Senza il rispettivo avversario, probabilmente entrambe le squadre (soprattutto il Liverpool) avrebbero vinto più titoli, o comunque li avrebbero vinti più agevolmente. D’altro canto, però, come ha scritto di recente Oliver Kay su The Athletic, «potrebbe darsi che, come Ali e Frazier, come Senna e Prost, come Messi e Ronaldo, City e Liverpool siano stati spinti dall’eccellenza del loro rivale». Prima dell’ultima partita di domenica in Premier League, Klopp aveva detto che Guardiola lo ha reso un allenatore migliore, come già Guardiola aveva detto più volte in passato del rivale. «Entrambi hanno definito la loro sfida stimolante: devono esserci stati momenti in cui è stata anche estenuante, ma per il resto di noi è stata sempre molto emozionante», ha scritto ancora Oliver Kay.

Nel 2022 il City vinse un’altra volta la Premier con un solo punto di vantaggio sul Liverpool (93 a 92), all’ultima giornata. Dopo la partita, Guardiola disse che «la grandezza del risultato è legata alla grandezza dei nostri rivali: non ho mai visto una squadra come il Liverpool in vita mia» (una definizione significativa perfino per uno come Guardiola, che ha una certa abitudine a elogiare i propri avversari). Klopp, a distanza, rispose che il Liverpool aveva «inseguito fino al traguardo la migliore squadra del mondo».