Il primo ministro israeliano ha confermato l’intenzione di invadere Rafah, in risposta all’invito degli Stati Uniti a non farlo 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu parla con sullo sfondo una bandiera americana
Benjamin Netanyahu (AP Photo/Ohad Zwigenberg, File)

Domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di essere intenzionato a procedere con l’invasione di Rafah, città della Striscia di Gaza vicino al confine con l’Egitto. «Ci andremo», ha detto Netanyahu, in risposta a un commento fatto dal presidente statunitense Joe Biden, che sabato aveva definito «il superamento di una linea rossa» la possibile invasione di Rafah, invitando Israele a desistere. Domenica Netanyahu ha ripreso in modo diretto le parole di Biden: dicendo di essere intenzionato a invadere Rafah, ha aggiunto che la sua «linea rossa» è «che il 7 ottobre non si ripeta», riferendosi al massacro di civili israeliani compiuto da Hamas che ha dato inizio alla guerra in corso.

Di una possibile invasione di Rafah da parte dell’esercito israeliano si parla da settimane, con crescenti preoccupazioni per un ulteriore aggravamento della crisi umanitaria in corso nella Striscia: a Rafah si sono rifugiati moltissimi palestinesi ed è anche il principale punto d’ingresso per gli aiuti umanitari provenienti dall’Egitto.

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