La Danimarca ha chiuso le indagini sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 senza avviare un processo
La polizia danese lunedì ha detto di aver concluso le indagini sull’operazione di sabotaggio che nel 2022 danneggiò i gasdotti Nord Stream 1 e 2, nel mar Baltico, rendendoli inutilizzabili e causando due grosse perdite di gas. Le indagini hanno permesso di confermare che le fughe di gas furono causate da un atto di sabotaggio, ma secondo la polizia non ci sono gli elementi necessari per avviare un procedimento legale. All’inizio di febbraio anche la Svezia aveva detto di aver concluso le indagini, e di aver passato le prove raccolte alla Germania, che invece sta ancora indagando sui fatti.
Il 26 e il 27 settembre del 2022 c’erano state grosse perdite di gas dai gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, costruiti per portare il gas russo in Europa e che passano per il mar Baltico per arrivare in Germania. Già a ottobre del 2022 l’indagine svedese aveva stabilito che le perdite erano state causate da un sabotaggio con dell’esplosivo, e non da un incidente, ma l’identità dei sabotatori rimane tuttora incerta. La Russia e i paesi occidentali si sono attribuiti a vicenda la responsabilità del sabotaggio.
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