Un gioco ispirato al viaggio di Charles Darwin alle Galapagos

Si chiama “Darwin's Journey” ed è meno facile di quel che sembra

di Viola Stefanello

(il Post)
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Kamchatka è una rubrica mensile di Consumismi in cui proviamo giochi da tavolo per conto vostro e vi diciamo se ci siamo divertiti, cosa ne pensiamo e a chi potrebbero piacere. Non parleremo di grandi classici come Risiko!, ma l’abbiamo chiamata “Kamchatka” perché speriamo di conquistare voi come tutti i giocatori hanno fatto almeno una volta con il più famoso dei suoi territori.

Una delle prime cose che si notano, quando si adocchia un nuovo gioco da tavolo, è l’ambientazione, che in gergo si chiama anche “tema”. Alcuni giochi più astratti (come la dama, gli scacchi o i più recenti Hive e Onitama) la tratteggiano appena, evitando di chiedere al giocatore di calarsi troppo nell’universo narrativo in cui il gioco si svolge. Altri però investono molto su questo aspetto, investendo sulle illustrazioni o includendo specifici dettagli nel libretto delle istruzioni per ricordare al giocatore che, per le prossime tre o quattro ore della sua vita, si dedicherà a un’attività ambientata nel mondo di Star Wars o in quello dell’Inghilterra della rivoluzione industriale, nel bel mezzo della Guerra fredda o su Marte.

Spesso, quando poi si finisce per giocare davvero, ci si accorge che un’ambientazione potrebbe essere sostituita tranquillamente con quasi qualsiasi altra, perché serve soprattutto a permettere di memorizzare le regole, “nascondendo” meccanismi con cui non si ha ancora dimestichezza dietro a simboli familiari. È una cosa che succede soprattutto con gli “eurogames”, quell’ampia categoria di giochi da tavolo in cui non è prevista l’eliminazione dei giocatori, il vincitore è la persona che ottiene più punti e i punti si fanno quasi sempre in una varietà più o meno ampia di modi, e in cui quindi è richiesta una certa attitudine alla pianificazione di medio-lungo periodo per appassionarvisi.

Certi giochi, comunque, trovano modi più interessanti di altri per convincere i giocatori a immergersi nell’ambientazione: è il caso di Darwin’s Journey, gioco del 2023 sviluppato dagli italiani Simone Luciani e Nestore Mangone, pubblicato in Italia da Ghenos Games. Luciani, uno dei più prolifici game designer italiani contemporanei, sembra avere un particolare gusto per i temi legati alla storia, italiana ma non solo: tra i suoi giochi più acclamati ce n’è uno ambientato nella Vienna del primo ‘900 (Grand Austria Hotel) e uno ai tempi di Lorenzo il Magnifico, uno dedicato all’impero Maya (Tzolk’in) e un altro all’Europa della rivoluzione scientifica (Newton). Mangone in precedenza ha collaborato con lui a Newton e a un gioco di carte chiamato Maestri del Rinascimento.

Darwin’s Journey, annunciato nel 2021 con una campagna di raccolta fondi su Kickstarter che aveva raccolto oltre un milione di euro – un risultato notevole per un eurogame – segue invece il viaggio che lo scienziato britannico Charles Darwin svolse nel 1835 alle Galápagos, le isole nell’oceano Pacifico a un migliaio di chilometri dalla costa occidentale del Sudamerica che sarebbero diventate famose in tutto il mondo proprio grazie a Darwin e ai suoi studi.

Sull’arcipelago, e più in generale nel corso di tutto il viaggio sulla nave Beagle, Darwin catalogò centinaia di specie, ne osservò caratteristiche e differenze, mettendo insieme informazioni che avrebbe poi utilizzato negli anni seguenti per elaborare e definire meglio la sua teoria dell’evoluzione. Il viaggio fu raccontato da Darwin in Voyage of the Beagle (in Italia Viaggio di un naturalista intorno al mondo) nel 1839, contribuendo alla sua fama in ambito accademico e tra gli studiosi.

Il gioco di Luciani e Mangone è naturalmente fedele alla storia di Darwin fino a un certo punto: i giocatori interpretano diversi team di studiosi che seguono la Beagle (rappresentata da una graziosa nave di legno marrone) nel suo viaggio, e che esplorano man mano le isole in cui si imbattono raccogliendo esemplari di nuovi animali, fossili o piante da inviare ai musei europei.

Le mappe stilizzate delle isole Galapagos in Darwin’s Journey (il Post)

L’ambientazione, però, è molto più immersiva di quanto non ci si potrebbe aspettare da un eurogame, grazie soprattutto alla possibilità di inviare un esploratore ad avventurarsi sulle isole, piantando tende, scovando esemplari e raccogliendo l’oro o gli altri oggetti preziosi che trova sul tracciato. Il gioco si svolge in cinque round, e ogni round finisce quando tutti i giocatori hanno piazzato tutti i lavoratori che fanno parte del loro team (inizialmente quattro ciascuno, con la possibilità di sbloccarne un quinto abbastanza rapidamente). Ogni lavoratore ha di fronte a sé moltissime possibili azioni da svolgere: oltre ad esplorare le isole, tra le altre cose può decidere se navigare, inseguendo la Beagle per non trovarsi troppo indietro, oppure inviare lettere in Europa, ottenere nuovi obiettivi o chiedere che una specie che ha scoperto venga analizzata ed esposta in un museo.

La grafica delle plance giocatore e del tabellone – che è piuttosto grande, e quindi richiede spazio per poter intavolare al meglio il gioco – ricorda poi il genere di scartoffie e oggettistica che un ricercatore dell’epoca avrebbe portato con sé nei propri viaggi. Gran parte delle pedine è in legno o in cartoncino, ma forse gli oggetti più soddisfacenti del gioco sono le piccole lenti in plastica trasparente che servono a segnalare di aver visto un esemplare per la prima volta. Il gioco ha comunque anche qualche difetto: per esempio, alcune delle icone sul tabellone sono poco intuitive e quindi difficili da tenere a mente anche dopo diverse partite. È poi piuttosto scomodo avere un solo foglio in cui vengono ricapitolati i significati delle varie icone, quando si sarebbe tranquillamente potuto mettere a disposizione una copia per ognuno dei quattro giocatori a un prezzo molto contenuto.

Una delle plance personali dei giocatori (il Post)

Anche per gli standard di un eurogame, ci vuole un po’ di tempo per imparare bene Darwin’s Journey: ci si può mettere anche una buona mezz’ora per insegnare le regole a qualcuno la prima volta, e soltanto dalla seconda partita che si fa si comincia ad avere davvero bene in mente tutto quello che potenzialmente si può fare. Il che vuol dire però che giocare con un gruppo che non l’ha ancora provato dopo che si è già fatta qualche partita può essere frustrante, dato che è un gioco in cui l’esperienza pregressa è molto preziosa.

Rispetto ad altri eurogames in cui non c’è alcuno scontro diretto tra i giocatori, Darwin’s Journey richiede poi di seguire con attenzione i turni degli altri per poter ricalibrare man mano la propria tattica. È infatti molto probabile, soprattutto nelle partite da quattro giocatori, che prima che arrivi il proprio turno i movimenti degli altri giocatori abbiano cambiato in qualche modo, anche importante, l’equilibrio del gioco, magari rendendo più costosa una specifica mossa oppure occupando una casella che si sperava di ottenere per sé. Questo succede meno nelle partite con due giocatori, che rimangono comunque piuttosto equilibrate e godibili. Ed è anche possibile giocare da soli: in quel caso si gioca contro “Alfred”, un giocatore automatico di cui si può selezionare il livello di difficoltà.

Il fatto che in ogni round ci siano al massimo quattro o cinque turni per giocatore, e che i round siano cinque in totale, può sembrare all’inizio piuttosto restrittivo: è abbastanza normale arrivare all’inizio del secondo round con la sensazione che il gioco stia procedendo troppo velocemente e non si sia ancora trovato il modo di fare tutto quello che si vuole. In realtà, man mano che il gioco procede aumentano il quantitativo di mosse che si possono fare in ogni turno grazie alle combinazioni: per esempio, una persona potrebbe decidere di navigare verso una posizione che le permette di piantare una tenda, quella tenda potrebbe sbloccarle la possibilità di muovere subito uno dei propri esploratori di uno spazio, e su quello spazio si potrebbe trovare un esemplare da raccogliere, e così via. Il gioco varrebbe la pena anche solo per la soddisfazione che si ottiene mettendo in atto una combinazione particolarmente ben ragionata. Per chi volesse aggiungere ulteriori livelli di complessità, però, c’è anche un’espansione chiamata Terra del Fuoco.

La plancia completa di Darwin’s Journey (Ghenos Games)

Darwin’s Journey si può comprare online su Amazon a 52 euro, oppure a 55 sul sito di Ghenos Games e su quello di Feltrinelli.

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.