In migliaia hanno manifestato a Budapest contro il governo, per la grazia concessa a un uomo coinvolto in un caso di abusi su minori

(EPA/SZILARD KOSZTICSAK HUNGARY OUT)
(EPA/SZILARD KOSZTICSAK HUNGARY OUT)

Venerdì 16 febbraio si è tenuta a Budapest la più grande manifestazione contro il governo di Viktor Orbán degli ultimi anni. La manifestazione, a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone, è stata organizzata per protestare contro la decisione dell’ex presidente Katalin Novàk, che aveva concesso la grazia a un uomo coinvolto in un caso di abusi su minori.

L’uomo in questione era il vicedirettore di una casa di accoglienza per bambini, condannato per aver coperto un altro uomo colpevole di abusi sessuali sugli ospiti della casa di accoglienza. Lo scorso aprile Novàk aveva concesso la grazia a lui e a un’altra ventina di persone: solo in un momento successivo si è saputo pubblicamente che l’uomo era stato condannato per il suo coinvolgimento in quella storia di abusi sui minori, e da lì erano nate le contestazioni nei suoi confronti.

Novàk, che fa parte di Fidesz, il partito di destra del primo ministro Viktor Orbán, si era poi dimessa lo scorso 10 febbraio, come aveva fatto prima di lei l’ex ministra della Giustizia Judit Varga. Il caso però aveva continuato a essere discusso dai media nazionali: gruppi di attivisti e alcuni influencer, tra cui il popolare cantante Azahriah, avevano sollecitato gli ungheresi a radunarsi in piazza degli Eroi a Budapest a manifestare per le vittime di abusi sessuali, citando questo caso e quelli simili «di cui non sappiamo nulla perché ci sono stati nascosti».

Venerdì decine di migliaia di manifestanti, tra cui molte persone giovani, si sono radunate nella piazza. Anche se le elezioni politiche in Ungheria si terranno nel 2026, le proteste possono diventare ragione di preoccupazione per l’attuale governo: a giugno ci saranno le elezioni europee, nelle quali il partito di Viktor Orbán sperava di rafforzarsi.
In questo giorni, infatti, Fidesz ha molto sottolineato come la presidente e la ministra si siano assunte la responsabilità dei propri errori in questo caso, e il portavoce di Orbán ha detto che il governo penserà a come potenziare le norme per la protezione dei bambini, ma considera il caso chiuso.