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  • Venerdì 9 febbraio 2024

In Pakistan è in vantaggio il partito dell’ex primo ministro Imran Khan

Lo spoglio dei voti per le elezioni parlamentari di giovedì non è ancora finito, ma Khan, che è in carcere, ha già dichiarato vittoria 

(AP Photo/Anjum Naveed)
(AP Photo/Anjum Naveed)
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In Pakistan il Movimento per la Giustizia (PTI), il partito dell’ex primo ministro Imran Khan, ha dichiarato di aver vinto le elezioni parlamentari che si sono svolte giovedì: lo spoglio è in realtà ancora in corso, ma secondo gli ultimi risultati i candidati sostenuti dal PTI sono in vantaggio rispetto a quelli della Lega musulmana del Pakistan (PML-N), il partito dell’altro ex primo ministro pachistano Nawaz Sharif, che pure aveva dichiarato vittoria poche ore prima.

Le elezioni di giovedì servono a eleggere i 265 deputati della camera bassa del parlamento, che eleggeranno poi il nuovo primo ministro. In molti collegi i candidati del PTI si sono presentati come indipendenti, con simboli diversi da quello ufficiale del partito, reso illegale il mese scorso da una sentenza della Corte Suprema del Pakistan nell’ambito di quello che diversi osservatori internazionali hanno definito come uno sforzo del governo di ostacolare il partito dell’ex primo ministro Khan.

Secondo gli ultimi risultati, riportati da Al Jazeera, i candidati sostenuti dal PTI avrebbero ottenuto 99 seggi e il PML-N 70: in entrambi i casi i seggi ottenuti sono molti meno rispetto ai 133 necessari per ottenere la maggioranza. 52 seggi sono stati ottenuti dal Partito Popolare del Pakistan e 25 da altri partiti più piccoli. I seggi ancora da assegnare sono 19.

La vittoria del PTI è stata dichiarata attraverso un messaggio pubblicato sul profilo X (Twitter) di Khan, generato con l’intelligenza artificiale e in cui l’ex primo ministro ha rivendicato una «vittoria schiacciante»: Khan è attualmente in carcere per diversi reati, tra cui quello di corruzione, e che per questo non ha potuto candidarsi.

Da quando Khan è in carcere l’esercito e il governo pachistano hanno colpito duramente il suo partito populista e nazionalista, arrestando migliaia di collaboratori, sostenitori e candidati, molti dei quali si sono presentati alle elezioni come indipendenti. Khan e i suoi sostenitori sostengono che le condanne nei suoi confronti siano politicamente motivate e un tentativo del regime militare che governa il Pakistan di impedirgli di partecipare alla vita politica del paese.

– Leggi anche: Le elezioni in Pakistan, con l’esercito