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  • Mercoledì 31 gennaio 2024

La proposta per eliminare la grande croce celtica di via Acca Larenzia a Roma

È contenuta in una risoluzione approvata martedì dal centrosinistra; Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno abbandonato l'aula per non votarla

La croce celtica disegnata davanti all’ex sede dell'MSI di via Acca Larenzia a Roma
La croce celtica disegnata davanti all’ex sede dell'MSI di via Acca Larenzia a Roma (Google Maps)
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Martedì il consiglio del municipio VII del comune di Roma ha approvato una risoluzione che impegna il presidente del municipio Francesco Laddaga a discutere al più presto con il sindaco Roberto Gualtieri per far rimuovere la grande croce celtica disegnata sul piazzale di via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano. La discussione sulla rimozione della croce dovrà coinvolgere anche l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro), che è l’ente proprietario dell’area in cui si trova il simbolo disegnato.

La risoluzione è stata approvata con i voti della maggioranza di centrosinistra, e con quelli di Italia Viva e Movimento 5 Stelle, che sono all’opposizione. I partiti di destra e di centrodestra – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – hanno abbandonato l’aula e non hanno votato.

La croce celtica si trova davanti a una vecchia sede del Movimento Sociale Italiano, cioè il partito che nel Secondo dopoguerra raccolse i nostalgici del regime fascista, dove il 7 gennaio del 1978 tre militanti missini vennero uccisi: due di loro mentre stavano andando a fare volantinaggio per il concerto di un gruppo neofascista, il terzo alcune ore dopo durante gli scontri con le forze dell’ordine. La croce si trova sul piazzale all’interno di un cortile condominiale, ed è stata disegnata nel 2017, non si sa da chi: ha un diametro di una decina di metri ed è nettamente visibile dall’alto con immagini satellitari.

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Di rimuovere la croce celtica di via Acca Larenzia si parla da diverso tempo, anche per via delle proteste dei condomini che abitano a ridosso del piazzale, ma finora non erano mai state prese decisioni politiche per dare un seguito concreto al dibattito. Peraltro il piazzale è ogni anno luogo di commemorazioni della strage da parte di gruppi neofascisti: della manifestazione di quest’anno si è parlato molto più che in passato per via delle immagini dei saluti romani che sono circolate sui social network e per le accuse alla maggioranza di destra al governo di non aver preso sufficientemente le distanze da quel genere di commemorazioni.

La risoluzione di martedì, oltre alla cancellazione della croce celtica, chiede che prefettura e autorità cittadine si impegnino per negare lo svolgimento della commemorazione neofascista del 7 gennaio, «fatta eccezione per la commemorazione istituzionale dei giovani caduti, da proseguire».

Cristina De Simone, consigliera di Fratelli d’Italia al municipio VII, ha motivato la scelta di abbandonare l’aula e non votare la risoluzione dicendo che la proposta sarebbe stata «solo un pretesto per strumentalizzare un evento tragico» e aggiungendo che «non esiste alcuna competenza istituzionale del municipio su un’area privata», dato che il piazzale in cui è disegnata la croce celtica è di proprietà dell’INAIL. Nel frattempo il centrosinistra ha presentato una richiesta analoga anche al consiglio regionale, dove però i partiti di destra e di centrodestra hanno la maggioranza.

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