Secondo la Corea del Sud, nel 2023 le persone arrivate nel paese dalla Corea del Nord sono triplicate rispetto all’anno precedente

 (AP Photo/Ahn Young-joon)
(AP Photo/Ahn Young-joon)

Giovedì il ministero per l’Unificazione della Corea del Sud ha pubblicato nuovi dati sulle persone che nel 2023 si sono rifugiate nel paese per fuggire dalla vicina Corea del Nord. Secondo l’analisi del ministero, il numero di rifugiati – che sono considerati “disertori” dalla Corea del Nord – è triplicato tra il 2022 e il 2023, probabilmente per via dell’allentamento dei controlli alle frontiere, che invece durante la pandemia di Covid-19 erano stati particolarmente stringenti.

In totale le persone contate dal governo sudcoreano nel 2023 sono state 196, quasi il triplo rispetto alle 67 arrivate nel 2022. Sono comunque numeri molto più bassi rispetto a quelli registrati prima della pandemia: nel 2019 erano arrivate 1.047 persone.

Tra quelle arrivate nel 2023 ci sono soprattutto studenti, donne e vari diplomatici: secondo molti osservatori il fenomeno è legato alla decisione del governo nordcoreano, guidato dal dittatore Kim Jong Un, di ridurre il numero dei propri diplomatici all’estero e richiamare in patria persone che erano abituate da anni alla maggiore libertà dei paesi stranieri in cui vivevano.

Secondo le stime a partire dagli anni Cinquanta, quando la penisola coreana è stata formalmente divisa in due stati, circa 31mila persone sono fuggite dalla Corea del Nord verso quella del Sud. Solitamente chi lo fa non prova direttamente a oltrepassare il confine tra i due paesi, che per lunghi tratti è ben sorvegliato e militarizzato, ma si sposta prima in Cina per poi viaggiare verso la Corea del Sud, che condivide ancora la lingua con quella del Nord ma è un paese democratico e ricco, nonostante forti diseguaglianze sociali.

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