Il governo polacco ha trovato un accordo con i camionisti per sbloccare il traffico delle merci fra Polonia e Ucraina

Rappresentanti del Comitato per la protezione dei trasportatori e il ministro delle Infrastrutture mostrano l'accordo firmato (Ministerstwo Infrastruktury / Twitter)
Rappresentanti del Comitato per la protezione dei trasportatori e il ministro delle Infrastrutture mostrano l'accordo firmato (Ministerstwo Infrastruktury / Twitter)

Martedì 16 gennaio il ministero delle Infrastrutture polacco ha fatto sapere di aver raggiunto un accordo con i rappresentanti di categoria dei camionisti per porre fine al blocco del trasporto merci fra Polonia e Ucraina messo in atto da camionisti e agricoltori polacchi.

Da inizio novembre il passaggio di merci via terra nelle quattro principali città di frontiera tra i due stati era bloccato quasi completamente da una lunga fila di tir che impedivano ai camion provenienti dall’Ucraina di entrare in Polonia. Alla protesta avviata dai camionisti si erano uniti anche gli agricoltori polacchi, che si opponevano alle agevolazioni concesse dall’Unione Europea sulle esportazioni di merci ucraine introdotte in seguito all’invasione della Russia. In questi mesi era stato permesso di passare solo alle auto e ai tir che trasportavano aiuti umanitari e ai mezzi militari.

Un valico di frontiera, bloccato dagli agricoltori, era stato progressivamente aperto fra fine dicembre e inizio gennaio dopo che il governo aveva raggiunto con loro un accordo: secondo alcuni analisti ucraini, citati dal quotidiano britannico Guardian, sul lato ucraino del confine c’erano quasi 4mila camion in attesa di poter passare. Gli altri tre valichi, bloccati dai camionisti, erano rimasti chiusi.

Secondo l’accordo, i camion ucraini che stavano aspettando a questi tre valichi potranno entrare in Polonia a partire da mezzogiorno del 17 gennaio fino al 1° marzo, quando il Comitato per la protezione dei trasportatori, che ha organizzato la protesta, deciderà se fermarla definitivamente o farla ripartire. Secondo Tomasz Borkowski, rappresentante del Comitato, tutto dipenderà dai colloqui che avverranno in questi mesi fra il governo e gli organizzatori della protesta.