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  • Mercoledì 10 gennaio 2024

Al parlamento britannico fa freddo, ci sono diversi problemi strutturali e pure i topi

Sempre più parlamentari preferiscono lavorare da remoto e frequentare poco il Palazzo di Westminster: sono previsti lavori di ristrutturazione dal prossimo anno

Il Palazzo di Westminster con in corso dei lavori di manutenzione (Jack Taylor/Getty Images)
Il Palazzo di Westminster con in corso dei lavori di manutenzione (Jack Taylor/Getty Images)

Con la fine delle vacanze di Natale e l’inizio del nuovo anno i politici e i dipendenti del parlamento britannico sono tornati a lavorare dove ormai d’inverno hanno sempre meno voglia di stare: i freddissimi uffici del Palazzo di Westminster. Il Palazzo è la sede storica del parlamento, ma da anni viene descritto dalle persone che ci devono trascorrere molto tempo come un luogo dove fa freddissimo, infestato da topi e muffa e soggetto ad allagamenti e crolli. Nel 2015 era stato stabilito che l’edificio avrebbe avuto ancora dieci anni di agibilità, se non fossero state fatte ristrutturazioni importanti: da allora però non ci sono stati miglioramenti e la situazione continua a essere seria.

Questa settimana è tornato ad occuparsi dell’argomento il sito Politico, a cui diversi parlamentari britannici hanno detto che sono sempre di più i politici che vanno a lavorare a Westminster solo due o tre giorni alla settimana.

Il Palazzo di Westminster si trova nel centro di Londra e la sua parte più antica è stata costruita alla fine dell’Undicesimo secolo. Al momento ci lavorano circa 8mila persone e la parte adibita a museo viene visitata ogni anno da un milione di turisti. Nonostante già in passato abbia subito diverse ricostruzioni, la più importante fra il 1840 e il 1870 in seguito a un incendio, è da prima della Seconda guerra mondiale che a Westminster non viene fatto un importante lavoro di ristrutturazione.

L’intero edificio, anche la sua parte più nuova, ha diversi problemi strutturali e igienici che negli anni sono stati ben documentati da articoli di giornale, relazioni parlamentari e reclami da parte dei sindacati: in diversi uffici manca spesso il riscaldamento e la corrente si interrompe di frequente. Nei bagni è stata trovata della muffa e nel 2022 l’area delle docce è stata chiusa in seguito alla scoperta della presenza del batterio della legionella, che può causare la polmonite. Anche le parti più moderne di Westminster come la Portcullis House, costruita negli anni Duemila, hanno iniziato ad avere problemi simili. A luglio sono per esempio caduti dei frammenti di vetro dal soffitto dell’atrio e l’acqua che era sul tetto è finita sulle persone che stavano lavorando. Nel 2019 una seduta della Camera dei Comuni è stata interrotta perché è iniziato a piovere dentro l’aula.

Per porre fine a questi problemi, nel 2018 il parlamento aveva votato per spostarsi in una sede provvisoria: il trasloco dovrebbe avvenire nel 2025 e la nuova sede dovrebbe essere usata per sei anni, di modo che si possano fare i lavori di ristrutturazione a Westminster, importanti tra le altre cose per migliorare la sicurezza antincendio, dato che il rischio è molto alto. Non è detto però che succederà e che non ci sarà un rinvio, visto che nel 2024 i partiti saranno concentrati sulle elezioni, previste per l’inizio del 2025. È stato stimato però che i lavori di manutenzione che non possono essere rimandati costino circa due milioni di sterline alla settimana.

Un altro problema è la presenza dei topi, che vengono avvistati di frequente e più o meno in tutte le parti dell’edificio: nel 2015 un giornalista del Guardian scrisse di aver ucciso con una spillatrice un topo che si aggirava sulla scrivania di un suo collega. Nel 2022 il parlamento ha speso 126mila sterline in disinfestazioni e ha assunto a tempo pieno un esperto per occuparsene, ma i topi sono rimasti. Un portavoce della Camera dei Comuni ha detto a Politico che i metodi di disinfestazione usati dal parlamento sono «umani ed etici, incentrati su misure preventive e, ove necessario, sull’uso di vari metodi di controllo». Ma non sembrano essere troppo efficaci.

Per tutti questi motivi, specialmente da dopo la pandemia, molti parlamentari hanno iniziato a lavorare da remoto almeno due giorni alla settimana. Fra questi c’è il leader dell’opposizione, Keir Starmer, che preferisce lavorare metà della settimana dalla sede del Partito Laburista, poco distante. Riferendosi a Westminster, un collaboratore laburista ha detto a Politico: «Non ci entrerei mai più [se potessi]. Penso che ci sia la sensazione che il parlamento sia un edificio molto importante e che siamo molto fortunati ad essere qui, ma ci dovrebbero comunque essere degli standard da rispettare». Altri hanno confermato, sempre in forma anonima, che secondo le attuali norme di salute e sicurezza Westminster sarebbe inagibile, ma si continua a utilizzarlo per l’importanza storica e simbolica che ha.

Tuttavia, alcuni non sono d’accordo: Jacob Rees-Mogg, l’ex leader conservatore della Camera dei Comuni, ha riconosciuto che l’edificio «ha problemi di manutenzione generale» e che ha bisogno di continui interventi, ma ha anche insistito sul fatto che la maggior parte degli uffici sia ancora utilizzabile. In più, come sostiene la sindacalista Jenny Symmons, moltissime scuole e ospedali in tutto il Regno Unito hanno gli stessi problemi e «secondo me l’opinione pubblica non ha molta simpatia per i politici e il loro personale che si lamentano del freddo al lavoro o delle tubature difettose, quando in altri luoghi di lavoro succedono cose ben peggiori».

Ciclicamente si torna a parlare della possibilità di spostare definitivamente il parlamento in un altro edificio più moderno, magari in un’altra città, e rendere tutto Westminster un museo, ma l’idea non è molto popolare, anche fra coloro che sono critici rispetto alle condizioni del luogo. «Posso stare qui a lamentarmi per un’eternità, ma non so quale sia la risposta», ha detto a Politico un collaboratore conservatore, e molti condividono il suo punto di vista.