Il discusso editoriale del New York Times sulla sessualità di Taylor Swift

Ha insinuato che nei suoi testi ci siano riferimenti a relazioni con altre donne e alla sua bisessualità, e ha ricevuto molte critiche

Taylor Swift suona allo Stonewall Inn di New York nel giugno del 2019, per l'anniversario dei cinquant'anni dai moti di Stonewall (Bryan Bedder/Getty Images for AEG)
Taylor Swift suona allo Stonewall Inn di New York nel giugno del 2019, per l'anniversario dei cinquant'anni dai moti di Stonewall (Bryan Bedder/Getty Images for AEG)
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Il 4 gennaio nella sezione Opinioni del New York Times, che ospita editoriali e pezzi d’opinione, è uscito un articolo della giornalista culturale Anna Marks su Taylor Swift, oggi la pop star più famosa del pianeta. L’articolo espone una lunga lista di motivi per cui lei e molti altri fan di Swift ritengono che i suoi testi non possano essere letti soltanto come una serie di canzoni d’amore dedicate a fidanzati e frequentazioni maschili, come sembrerebbe, ma che abbiano spesso sottili riferimenti a relazioni con altre donne e alla sua bisessualità.

L’articolo ha ottenuto da subito moltissima attenzione ed è stato anche molto criticato: per via del giornale autorevole su cui è uscito, della delicatezza del tema, della popolarità della cantante di cui parla, e perché include moltissimi esempi e teorie che circolano da anni in un pezzo minoritario ma comunque piuttosto numeroso di fan di Swift: le cosiddette “gaylor”, dall’unione di “Taylor” e “gay”.

Nel pezzo Marks sottolinea che non è sua intenzione speculare direttamente sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere di Swift, né su chi siano esattamente le donne a cui sarebbero ispirate alcune delle sue canzoni. Quello che le interessa, ha scritto, è più che altro discutere del fatto che la produzione di Swift, che ha raggiunto milioni di persone in tutto il mondo, venga letta e interpretata dal grande pubblico e dai media tradizionali soltanto come quella di una musicista eterosessuale che racconta le storie degli uomini con cui esce, e venga trascurata l’ipotesi che nel corso della sua carriera abbia più volte scritto canzoni che è molto facile leggere come dedicate, in senso romantico, a una donna, con l’impatto culturale che ne deriverebbe dato il suo enorme seguito.

Da anni Swift esprime esplicito sostegno nei confronti della comunità LGBTQ+, pubblicando per esempio foto in cui indossa un braccialetto con scritto “proud” e i colori della bandiera bisessuale, dicendo nel suo documentario che «l’orgoglio gay è una delle cose che mi rendono la persona che sono», indossando spesso colori come l’arcobaleno e il rosa, blu e viola insieme (ovvero i colori della bandiera omosessuale e bisessuale); e esibendosi allo Stonewall Inn, uno dei bar gay più famosi del mondo, in occasione del cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall, che diedero inizio al movimento per la liberazione delle persone omosessuali.

Ciononostante tutti i partner con cui la cantante ha detto pubblicamente di essere stata sono uomini, e l’unica volta che Swift ha discusso alla lontana del proprio orientamento sessuale, in un’intervista a Vogue nel 2019, ha detto di non far parte della comunità LGBTQ+ pur sostenendo apertamente il movimento per i suoi diritti.

Taylor Swift nel 2019 (Rich Fury/Getty Images for iHeartMedia)

Da anni online è pieno di fan di Swift che si divertono a cercare nei suoi testi messaggi subliminali che riflettano le esperienze della comunità LGBT+. In questo senso Swift, che ha nel proprio repertorio decine di canzoni su amori proibiti, considerati scandalosi o poco consoni, sulla necessità di essere sé stessi nonostante le critiche oppure sulla difficoltà di tenere nascosto qualcosa che non verrebbe accettato dal pubblico, si presta a molte letture del genere. Il fatto che Swift, che scrive tutte le proprie canzoni, abbia fondato una buona parte del proprio stretto rapporto con i fan sull’idea di inserire spesso e volentieri “easter eggs”, ovvero dei messaggi segreti o in codice, in canzoni, video e post sui social network, ha contribuito a incoraggiare queste letture particolarmente attente dei suoi testi.

Tra i fan c’è chi pensa che Swift sia bisessuale, ma che non abbia finora avuto il coraggio o la volontà di dichiararsi tale al di là di qualche riferimento nelle sue canzoni, e chi crede che Swift sia invece lesbica e che tutte le relazioni che avrebbe avuto nel corso della sua carriera siano state costruite per tenere nascosta la sua sessualità in un contesto sociale in cui le persone LGBTQ+ subiscono ancora discriminazioni e attacchi, e la sua immagine ne sarebbe stata danneggiata.

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A molte persone che si ritengono fan di Swift, l’esistenza delle “gaylor” non preoccupa particolarmente, ma altre – le cosiddette “hetlor”, da “etero” e “Taylor” – passano invece molto tempo online a litigare sul tema, affermando che l’idea che Swift possa avere rapporti romantici con altre donne sia impossibile e offensivo nei confronti della cantante.

La pubblicazione dell’articolo di Marks ha ottenuto quindi molte critiche per via delle tensioni già in corso tra questi due gruppi molto attivi sui social – tensioni che nel gergo dei fandom si chiamano “stan war” – ma anche perché varie persone estranee al dibattito hanno criticato la decisione di permettere apertamente la discussione dell’orientamento sessuale di una persona, per quanto famosa, su un quotidiano come il New York Times.

La scelta è stata criticata anche da persone vicine a Swift: due giorni dopo la pubblicazione, una persona che secondo il giornalista di CNN Oliver Darcy è vicina alla cantante ma ha chiesto di restare anonima ha definito l’editoriale del New York Times «invadente, falso e inappropriato», aggiungendo che il giornale «non avrebbe permesso la pubblicazione di un articolo su Shawn Mendes o su qualsiasi altro artista maschio il cui orientamento sessuale viene messo in dubbio dai fan», riferendosi al fatto che Swift avrebbe subito dal New York Times un trattamento diverso per il suo essere una donna.

Alcuni fan hanno letto l’articolo di CNN come una risposta del team più ristretto di Swift – e quindi voluta da lei stessa o dalla sua addetta stampa, Tree Paine, con cui la cantante ha un rapporto molto stretto – mentre altri hanno fatto notare che Paine non ha mai avuto problemi a esporsi personalmente e pubblicamente per mettere a tacere gossip completamente falsi, cosa che questa volta non ha fatto. Soltanto a dicembre, per esempio, Paine aveva pubblicato un tweet contro Deuxmoi, un account Instagram anonimo che pubblica pettegolezzi sul mondo delle celebrità, smentendo la voce secondo cui Swift e il suo ex fidanzato, Joe Alwyn, si sarebbero sposati in segreto e definendola «una cosa folle da pubblicare».

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Altri fan hanno trovato strano che la persona intervistata da CNN abbia deciso di citare proprio i pettegolezzi sull’omosessualità di Shawn Mendes, un cantante che è amico di Swift e ha collaborato con lei in passato. In generale, articoli come quello su Swift vengono pubblicati abbastanza regolarmente anche su altri personaggi celebri: la stessa Marks nel 2022 aveva scritto un altro articolo d’opinione in cui parlava del fatto che il cantante Harry Styles, pur essendo sempre stato pubblicamente solo con donne, avesse adottato un’estetica che ribalta le aspettative che si hanno normalmente per un uomo etero.

A distanza di giorni online si discute ancora moltissimo dell’articolo. Molti si interrogano sul fatto che fosse opportuno o meno pubblicare un articolo come quello di Marks, che invita i lettori a fare speculazioni sull’orientamento sessuale di Swift. Altri temono che Swift si senta costretta a intervenire rivelando qualcosa della propria sessualità che altrimenti non avrebbe discusso con il pubblico, come ha dovuto fare per esempio l’attore Kit Connor nel 2022. E altri ancora dicono che è strano che Swift, attorno a cui girano questo genere di voci da un decennio, non ne abbia parlato come hanno fatto altre celebrità attorno a cui giravano voci simili: nel 2012, per esempio, l’attore George Clooney ha detto che non avrebbe mai smentito di essere gay perché sarebbe stato «ingiusto e scortese» nei confronti della comunità LGBTQ+ dare a qualche malintenzionato l’idea che «essere gay sia una brutta cosa» da cui scagionarsi. Nel 2010 l’attore Daniel Radcliffe, famoso per il ruolo di Harry Potter nella serie di film, aveva detto che «se le persone vogliono dire che sono gay, sono libere di farlo. Ma non lo sono: sono etero».

La giornalista Rachel Kiley, che si occupa spesso di rappresentazione LGBTQ+ nella cultura pop, ha scritto che Marks non ha chiesto a Swift di fare coming out, né lo fa la maggior parte dei fan che pensano che possa far parte della comunità LGBTQ+. Stanno semplicemente affermando l’idea che non sia necessario fare un grande annuncio esplicito di coming out come quello che si aspettano generalmente le persone eterosessuali». Secondo Kiley, però, «il fatto stesso che così tante persone sentano la necessità di “difendere” Swift dalle “accuse” secondo cui potrebbe essere queer rende molto chiara una cosa: che il fatto di fare coming out come LGBTQ+ è ancora visto come qualcosa che può causare danni alla carriera della persona in questione».

Nel suo editoriale, Marks scriveva una cosa simile, ovvero che «per moltissimi fan, riconoscere anche solo la possibilità che Swift possa essere queer cambierebbe irrevocabilmente il rapporto che hanno con la sua figura», rendendo più difficile riconoscersi all’interno di canzoni che non sarebbero più scritte necessariamente da un punto di vista eterosessuale.

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