Anders Behring Breivik ha fatto di nuovo causa alla Norvegia per presunta violazione dei diritti umani

(ANSA/EPA/Ole Berg-Rusten)
(ANSA/EPA/Ole Berg-Rusten)

Anders Behring Breivik, il colpevole della strage di Utøya del 2011, ha presentato una causa contro il governo norvegese per presunta violazione dei suoi diritti fondamentali durante la sua detenzione in carcere. Breivik ha 44 anni e si trova in carcere dal luglio 2011, quando fu arrestato dopo aver condotto due separati attacchi a distanza di poche ore e aver ucciso in tutto 77 persone, tra cui molti giovani sostenitori del partito laburista norvegese che si trovavano per un soggiorno estivo sull’isola di Utøya, che si trova in un lago poco distante da Oslo.

Già nel 2016 aveva fatto causa al governo della Norvegia per la violazione dei suoi diritti umani nella detenzione in isolamento. Durante le udienze del processo l’avvocato di Breivik aveva detto che la detenzione in isolamento violava la clausola della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta “trattamenti e punizioni degradanti o inumani”, e aveva spiegato che la questione era particolarmente importante perché Breivik avrebbe probabilmente passato il resto della sua vita in carcere e perché l’isolamento stava avendo un effetto dannoso sulla sua salute.

Inizialmente un tribunale di Oslo aveva dato ragione a Breivik, ma un anno dopo un tribunale di appello aveva ribaltato la sentenza, e anche la Corte europea dei diritti dell’uomo gli aveva dato torto. La prima udienza del nuovo processo si svolgerà lunedì 8 gennaio nel carcere di Ringerike, dove Breivik è detenuto: in tutto il processo dovrebbe durare cinque giorni.

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