Gli studi cinematografici stanno portando le loro storie fuori dagli schermi

Per tornare ad appassionare un pubblico che va meno al cinema organizzano sempre più spesso spettacoli teatrali e iniziative collaterali

Una foto dell'inagurazione del parco interattivo dedicato a Squid Game a Los Angeles (Joe Scarnici/Getty Images for Netflix)
Una foto dell'inagurazione del parco interattivo dedicato a Squid Game a Los Angeles (Joe Scarnici/Getty Images for Netflix)
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Lo scorso 14 dicembre è andata in scena al Phoenix Theatre di Londra la prima mondiale di Stranger Things: The First Shadow, spettacolo teatrale basato sull’universo narrativo della famosa serie di fantascienza prodotta da Netflix. Dal punto di vista cronologico, Stranger Things: The First Shadow è un prequel: è ambientato a Hawkins (Texas) nel 1959, poco più di vent’anni prima degli eventi narrati nella prima stagione della serie. La storia ruota attorno alle vicende adolescenziali dei tre protagonisti principali di Stranger Things, Joyce Maldonado, Jim Hopper e Bob Newby, che si mettono all’opera per investigare sulla misteriosa morte di alcuni animali domestici.

Stranger Things: The First Shadow sta generando un certo interesse soprattutto per cosa rappresenta dal punto di vista delle strategie commerciali delle piattaforme: è infatti la prima volta che Netflix espande l’universo narrativo di una sua produzione senza ricorrere alla sua modalità di racconto tradizionale, ossia la serialità televisiva. Marian Lee, responsabile del marketing di Netflix, ha detto che lo spettacolo è stato prodotto per colmare «l’appetito insaziabile» dei fan della serie, che «vogliono sempre di più» e desiderano interagire con i personaggi anche al di fuori dello schermo.

Trasporre gli universi narrativi di film e serie tv in contesti diversi come parchi divertimenti e teatri è una strategia che gli studi cinematografici utilizzano da molti anni. Nel primo caso l’esempio più celebre è quello di Disney, che nel 1955 fondò a Anaheim, in California, il primo Disneyland, un parco a tema in cui il pubblico avrebbe potuto avere l’illusione di interagire realmente con le ambientazioni e i personaggi dei suoi cartoni. Nel secondo l’esempio più citato è quello di Harry Potter e la maledizione dell’erede, spettacolo teatrale uscito nel 2016 come sequel di Harry Potter e i doni della morte, l’ultimo romanzo della saga di J.K. Rowling.

Negli ultimi anni iniziative di questo tipo sono diventate molto frequenti: il calo di presenze al cinema iniziato nel 2020 a causa della pandemia da coronavirus ha spinto piattaforme e aziende dell’intrattenimento a differenziare l’offerta, aumentando i progetti collaterali connessi a film e serie televisive. Nell’ultimo anno questa tendenza ha riguardato soprattutto la Disney.

Come ha scritto l’Economist, nel 2023 la sezione “Experiences” dell’azienda, quella che si occupa di tutte le attività che non hanno a che fare con il cinema e l’animazione (parchi giochi, navi da crociera e strutture alberghiere), ha registrato il suo utile operativo più alto di sempre, 9 miliardi di dollari, mentre il comparto streaming ha ricavato 2 miliardi e mezzo di dollari in meno rispetto all’anno precedente. La Disney ha inoltre annunciato l’apertura di nuovi parchi e già da un ventennio traspone a teatro alcuni dei suoi classici più famosi, come Il re leone, Aladdin, Pinocchio e, più di recente, Frozen. Da un paio d’anni propone anche spettacoli teatrali incentrati sui supereroi della Marvel, azienda che ha acquistato nel 2009.

– Leggi anche: Cent’anni di Disney

Anche la Warner Bros ha aumentato le sue iniziative collaterali al cinema e alle serie televisive: a dicembre a Colonia (Germania) è stato per esempio inaugurato “Visions of Magic”, un parco interattivo basato sull’universo narrativo di Harry Potter. La Warner ha anche creato una serie di attività di ristorazione ispirate ad alcune sue produzioni popolari: a novembre a Boston ha aperto il primo Central Perk, simile in tutto e per tutto al bar frequentato dai protagonisti della serie televisiva Friends.

Negli ultimi tempi, la piattaforma che ha maggiormente investito in iniziative di questo tipo è stata Netflix: nel 2020, nel mezzo della pandemia da coronavirus, aveva organizzato a Los Angeles una “Drive-Into Experience” dedicata a Stranger Things, offrendo la possibilità di circolare in macchina in un parco interattivo ispirato alla città di Hawkins. Lee ha spiegato all’Economist che, a differenza dei concorrenti, Netflix non organizza questi eventi per massimizzare i profitti, ma per pubblicizzare i suoi prodotti. Generalmente partecipare a uno degli eventi interattivi legati a una serie prodotta dalla piattaforma costa molto poco: a dicembre a Los Angeles è stato inaugurato un parco a tema dedicato a Squid Game, in cui è possibile partecipare ai giochi della serie pagando un biglietto di ingresso da 39 dollari. Anche i biglietti di Stranger Things: The First Shadow hanno dei prezzi tutto sommato contenuti: i più economici partono da 20 sterline.