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  • Giovedì 28 dicembre 2023

La protesta con i cartelli stradali capovolti, in Francia

Gli agricoltori ne hanno girati almeno duemila per contestare le politiche agricole del governo di Macron, che a loro dire vanno «al contrario»

Una foto pubblicata su X (Twitter) dal presidente di FNSEA, uno dei due sindacati organizzatori (rosseautrocy/X)
Una foto pubblicata su X (Twitter) dal presidente di FNSEA, uno dei due sindacati organizzatori (rosseautrocy/X)
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Agli automobilisti che di recente hanno attraversato le aree rurali della Francia potrebbe essere capitato di vedere dei cartelli stradali capovolti. Non è un errore, ma un gesto di protesta. Dalla fine di ottobre infatti due sindacati agricoli hanno deciso di capovolgere i cartelli che indicano il nome del  comune in cui si sta entrando: lo slogan della loro protesta è “on marche sur la tête” («camminiamo a testa in giù»), un’espressione francese usata per indicare un’azione assurda o piena di contraddizioni, che secondo gli agricoltori ben rappresenta le attuali politiche agricole del governo francese.

La protesta è stata promossa dalla Fédération nationale des syndicats d’exploitants agricoles (Federazione nazionale dei sindacati degli imprenditori agricoli, FNSEA) e dai Jeunes Agriculteurs (Giovani agricoltori, JA), due associazioni di categoria che rappresentano gli interessi di agricoltori e allevatori. Capovolgere i cartelli è un gesto con cui intendono denunciare le norme decise dal governo, che da una parte ha imposto controlli percepiti come troppo stringenti e dall’altra incoraggia le importazioni dall’estero, che abbassano i prezzi e non sempre rispettano gli standard elevati imposti ai produttori francesi.

Al momento sembra che i cartelli capovolti siano alcune migliaia. La protesta ha toccato quasi tutti i dipartimenti (suddivisioni territoriali analoghe alle province italiane) della Francia: Bastien Lombard, un rappresentante locale dei JA, ha detto che è stato capovolto il 20 per cento di quelli dei comuni della Marna (nel nordest), mentre in una sola notte in Dordogna (a sudovest) sono stati girati 750 cartelli in 200 comuni diversi. Le operazioni di capovolgimento avvengono quasi sempre di notte, e secondo Jean-François Bouillon, rappresentante dei JA nel dipartimento della Manica, «non durano più di quattro minuti» per ogni cartello. Nel suo dipartimento ne sono stati capovolti 600. Secondo Clément Courteix, vice presidente dei JA della Dordogna, in totale sono «probabilmente 40mila».

Secondo le forze dell’ordine, dato che i cartelli non vengono danneggiati, l’azione degli agricoltori non costituirebbe un reato. Inoltre in molti casi le autorità scelgono di chiudere un occhio sui cartelli capovolti, che quindi rimangono al rovescio per diverse settimane.

Fra le altre contraddizioni sottolineate dagli agricoltori nelle politiche agricole del governo c’è la richiesta di rispettare maggiormente l’ambiente, per esempio riducendo l’uso di pesticidi, ma allo stesso tempo di aumentare la resa dei campi: cose che gli agricoltori ritengono piuttosto difficili da attuare in breve tempo senza ingenti investimenti. C’è poi la richiesta del governo di aumentare i salari, ma allo stesso tempo di abbassare i prezzi dei prodotti agricoli per ridurre l’inflazione.

Anche diverse normative europee sono al centro delle critiche di queste associazioni. Fra queste ci sono il vincolo di tenere il 4 per cento dei campi a maggese (cioè non coltivati, in modo da recuperare naturalmente la fertilità) e una proposta per dimezzare l’uso di alcuni tipi di pesticidi e di azzerarlo entro il 2030 in alcune aree sensibili, come i parchi. La proposta era stata discussa dal Parlamento europeo a novembre, nel periodo di maggior diffusione di queste proteste, e in un secondo momento è stata respinta.

Le critiche degli agricoltori sono state accolte parzialmente dal governo. La prima ministra Elisabeth Borne, che aveva incontrato i loro rappresentanti a dicembre, ha deciso di eliminare due misure contestate dal bilancio per il 2024: un aumento dei costi delle licenze per prelevare l’acqua e per usare i pesticidi. Già a novembre il ministro dell’Agricoltura francese, Marc Fesneau, aveva proposto alla Commissione europea di rendere più flessibile la percentuale di terra da tenere a maggese.

Le due associazioni sommate contano circa 70mila iscritti e hanno ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni dei rappresentanti alla Camera dell’Agricoltura, un organismo pubblico che rappresenta gli interessi degli agricoltori (per fare un confronto la più importante associazione del genere in Italia, Coldiretti, ha circa un milione e mezzo di tesserati). I dirigenti di Jeune Agriculteurs, come suggerisce il nome, devono avere non più di 38 anni. Molti di loro compiuta quell’età entrano nella FNSEA. In Francia circa 780mila persone lavorano nel settore primario (costituito da agricoltura, pesca e allevamento), pari a circa il 3 per cento dei lavoratori. In Italia sono il 3,8 per cento, cioè circa 880mila persone.

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