La storia poco nota della stella di Natale

È originaria del Messico e l'altro nome con cui è conosciuta, “poinsettia”, deriva da un politico statunitense con un passato controverso

Una stella di Natale
(AP Photo/ Ginnette Riquelme)
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Il nome scientifico della pianta ornamentale che chiamiamo comunemente stella di Natale è Euphorbia pulcherrima, che si può tradurre piuttosto liberamente come “la più bella di tutte”, ma c’è anche un altro nome che la indica: poinsettia. La pianta con le foglie che tendono a diventare rosse proprio nel periodo natalizio è originaria dell’America centrale, dove è conosciuta da secoli, e fu introdotta negli Stati Uniti prima e in Europa poi solo dal primo Ottocento: fu merito di Joel Roberts Poinsett, un diplomatico statunitense che tuttavia ebbe una carriera molto controversa.

La stella di Natale è conosciuta dai tempi di maya e aztechi, che la chiamavano rispettivamente “k’alul wits”, cioè fiore dal colore della brace, e “cuetlaxochitl”, fiore brillante. Questo nome è ancora quello usato dalle comunità che parlano il nahuatl, l’antica lingua della popolazione azteca, tuttora diffusa in alcune zone del Messico e dell’America centrale, le stesse in cui cresceva selvatica. Mark Hoddle, biologo dell’Università della California di Riverside, ha detto al National Geographic che le popolazioni autoctone la apprezzavano per le sue foglie, che diventavano appunto rosse nella stagione invernale, ma anche per le sue proprietà mediche.

Hoddle racconta che i popoli antichi credevano che la linfa bianca e viscosa che fuoriesce quando si spezza una sua foglia o un suo ramo avesse proprietà curative: veniva per esempio applicata sul seno delle donne che allattavano i figli, ma si usava anche per proteggersi dai morsi dei serpenti. Sempre grazie alle sue foglie rosse la pianta venne notata dai missionari francescani che si stabilirono nel territorio dell’attuale Messico a partire dal Cinquecento, e che cominciarono a usarla come pianta decorativa del periodo natalizio al posto dell’agrifoglio, che era diffuso in Europa ma lì no.

Fu proprio durante un viaggio nel sud-ovest del Messico nel 1828 che Poinsett, il primo ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, vide per la prima volta una stella di Natale. Ne fece spedire un campione nel suo stato di origine, il South Carolina, e a un botanico di Philadelphia: così a poco a poco la pianta cominciò a essere coltivata anche negli Stati Uniti e si diffuse anche con il nome che derivava da colui che l’aveva importata, poinsettia appunto.

Ritratto di Poinsett

Joel Roberts Poinsett (Wikimedia Commons)

Inizialmente negli Stati Uniti venivano venduti solo i suoi fiori recisi, visto che era molto difficile da far sopravvivere. Poi nel tempo alcuni agronomi e botanici cominciarono a sperimentare con gli innesti, ottenendo esemplari sempre più belli e resistenti, in grado di crescere in serra e soprattutto di essere spediti nei vasi. Attorno al 1930, in particolare, Paul Ecke lanciò la pianta sul mercato della California chiamandola “fiore di Natale” e contribuì a renderla famosa anche all’estero grazie ad alcuni produttori di Hollywood che in seguito convinse a mostrarla negli speciali natalizi in televisione. Oggi nei paesi di lingua spagnola è conosciuta come “flor de Nochebuena”, cioè “pianta della Vigilia di Natale”, e la sua varietà Prestige, sviluppata nel 2002, è la più popolare al mondo.

L’introduzione della stella di Natale in Nord America e in Occidente insomma è attribuita a Poinsett che, prima di essere nominato ambasciatore durante il mandato del presidente statunitense James Monroe, nei primi anni dell’Ottocento aveva lavorato come agente segreto per conto degli Stati Uniti in Sud America ed era stato segretario della Guerra. Nato il 2 marzo del 1779, figlio di un medico abbiente, da giovane Poinsett aveva viaggiato in Europa e in Russia e nella seconda parte della sua carriera aveva contribuito a fondare un’organizzazione che portò alla nascita dello Smithsonian Institution, il più grande complesso di musei del mondo.

Tuttavia era anche proprietario di alcuni schiavi in una piantagione di riso negli Stati Uniti, usò le sue relazioni in Messico per avviare una società di estrazione mineraria e poter sfruttare le risorse del territorio e soprattutto favorì la repressione dei nativi americani voluta dal presidente Andrew Jackson, che comprese per esempio la deportazione forzata dei Cherokee in Oklahoma, nota come “sentiero delle lacrime”.

In una biografia intitolata Flowers, Guns and Money (Fiori, fucili e soldi), la storica Lindsay Schakenbach Regele scrive che «siccome Poinsett apparteneva a società acculturate, contribuiva alle collezioni dei botanici e acquistava opere d’arte dall’Europa, allora riusciva a giustificare più facilmente l’espulsione dei nativi dalle loro terre».

È per queste ragioni che da qualche tempo tra i giovani messicani che vivono negli Stati Uniti esiste un movimento che propone di chiamare la pianta con il suo nome antico, cuetlaxochitl, anziché poinsettia, ha spiegato Elena Jackson Albarrán, professoressa di storia messicana e studi interculturali della Miami University di Oxford, in Ohio.

Non sarebbe il primo caso simile. A novembre infatti l’Associazione ornitologica americana ha fatto sapere che avrebbe cambiato il nome comune di tutte le specie di uccelli intitolate a persone, visto che alcuni appartenevano a proprietari di schiavi che si opposero all’abolizione della schiavitù o a soldati che commisero atrocità contro i nativi americani. Laura Trejo, una biologa messicana che si occupa della storia genetica della pianta negli Stati Uniti, ha detto ad Associated Press che di norma comunque in Messico nessuno si riferisce alla poinsettia chiamandola così.

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