Il finale di “Una poltrona per due”, spiegato

Come ogni vigilia di Natale il film con Eddie Murphy e Dan Aykroyd viene trasmesso su Italia 1: se non siete esperti di speculazioni finanziarie, questo articolo vi servirà

Questa sera su Italia 1 alle 21:35 andrà in onda Una poltrona per due, il film del 1983 diretto da John Landis, con Eddie Murphy e Dan Aykroyd. Sebbene non sia proprio un film di Natale (ce ne sono molti altri decisamente più a tema), in Italia viene spesso associato a questo periodo di festività perché dal 1997 viene trasmesso, ogni anno, su Italia 1 la sera della vigilia: è diventata ormai una tradizione, e registra sempre buoni ascolti. Nel 2022 il film ha fatto registrare a Italia 1 uno share superiore a quello di Rai 1, nella stessa fascia oraria.

La storia di Una poltrona per due è ambienta a Philadelphia, negli Stati Uniti, nel periodo di Natale. Aykroyd interpreta Louis Winthorpe, un facoltoso agente di Borsa che risulta superficiale e piuttosto antipatico. Murphy invece è Billy Valentine, un senzatetto che non ha nulla, ma è sveglio e molto simpatico.

Winthorpe lavora per la società finanziaria Duke & Duke, gestita da due fratelli che un giorno decidono di fare una scommessa bizzarra: vogliono scambiare i ruoli di Winthorpe e Valentine, per capire se la propensione alla criminalità è un fattore genetico, o se al contrario dipende dal contesto sociale in cui ci si trova. Mettono in palio un premio simbolico, di un dollaro.

I due fratelli Duke organizzano quindi un piano per far arrestare Winthorpe e offrono il suo incarico a Valentine, che non sa nulla di finanza. Valentine però impara in fretta e diventa un ottimo investitore, mentre Winthorpe dimostra di non sapersi adattare al cambiamento che ha distrutto la vita a cui era abituato, si dispera e finisce per irrompere a una festa di Natale organizzata dall’azienda, facendo una pessima figura.

A quel punto l’esito della scommessa è chiaro, e i Duke concordano sul fatto che la criminalità sia dovuta al contesto sociale e non abbia nulla a che fare con la genetica. Valentine però li vede mentre si scambiano il dollaro che avevano messo come premio, e capisce tutto: decide quindi di allearsi con Winthorpe per vendicarsi. A questo punto la trama diventa un po’ complicata, soprattutto se non si conoscono i meccanismi della finanza e in particolare i cosiddetti futures.

I futures sono dei particolari tipi di contratto molto diffusi in ambito finanziario soprattutto per le operazioni di acquisto e vendita di materie prime (le cosiddette commodities, in inglese), come i minerali o i prodotti alimentari, ma anche fonti energetiche quali il gas naturale, il petrolio e via dicendo. Sostanzialmente i futures sono contratti che permettono di vendere o acquistare qualcosa non nell’immediato, ma in certo momento futuro, che può essere il prossimo mese, il prossimo trimestre o anche tra diversi anni. Di solito più la data del contratto si allontana dal momento presente più si entra nell’ambito delle speculazioni finanziarie: nessuno compra davvero qualcosa oggi perché è interessato ad averlo nel 2027 o nel 2028, per esempio.

Data che l’effettivo scambio di merce avverrà in futuro, nel momento in cui si chiude l’accordo non necessariamente il venditore possiede già la merce che si è impegnato a vendere, ma scommette che da qui al momento concordato il prezzo scenderà, quindi potrà acquistare quel prodotto a un prezzo vantaggioso e rivenderlo a un prezzo, quello stabilito adesso, più alto, guadagnandoci. Al contrario, l’acquirente scommette che il prezzo della merce salirà, quindi la compra ora a un prezzo che considera conveniente e poi potrà eventualmente rivenderla al nuovo prezzo di mercato, guadagnandoci.

In Una poltrona per due, Winthorpe e Valentine approfittano di questo meccanismo. I due riescono a ottenere in anteprima un rapporto sull’andamento del mercato delle arance, e scoprono che quell’anno la raccolta è andata molto bene. Redigono però un rapporto falso, in cui scrivono che la raccolta è andata male, e lo consegnano ai fratelli Duke, i quali prevedono subito che il prezzo delle arance salirà in futuro: è la legge della domanda e dell’offerta, secondo cui se un bene è molto scarso il suo valore aumenta.

I Duke decidono quindi di comprare subito una grande quantità di arance, pensando di approfittare del prezzo attuale prima che inizi a salire. Anche altri investitori seguono il loro esempio, facendo davvero salire il prezzo. Al contrario, Winthorpe e Valentine iniziano a stipulare dei futures come venditori: si impegnano cioè a vendere le arance, in futuro, a un prezzo che in quel momento viene considerato molto conveniente dagli altri investitori, convinti che il raccolto sarebbe stato scarso.

Poco dopo però vengono diffusi i risultati ufficiali del rapporto, e tutti scoprono che in realtà la raccolta di arance è andata bene. Gli investitori, tra cui i Duke, capiscono di aver comprato un’enorme quantità di arance a un prezzo eccessivo, e iniziano a rivenderle a un prezzo necessariamente basso. A quel punto Valentine e Winthorpe diventano gli acquirenti e comprano le arance a un prezzo più basso rispetto a quello a cui si sono impegnati a vendere poco prima. In sostanza, ci hanno guadagnato: prima hanno venduto a prezzo molto alto, e poi hanno comprato a uno molto basso. I Duke, invece, hanno sperperato il loro patrimonio comprando a un prezzo ben al di sopra di quello reale.

Winthorpe e Valentine hanno fatto operazioni di Borsa sfruttando delle informazioni confidenziali, non ancora diventate pubbliche: è una pratica nota come insider trading, che oggi è illegale. Nello specifico però quello che succede nel film, ossia fare operazioni speculative sulla base di fonti governative riservate, non era illegale negli anni Ottanta: lo divenne nel 2010, con una legge nota come “Eddie Murphy Rule”.

Anche la scena finale del film, quella in cui si vede la caotica compravendita in Borsa, oggi sarebbe molto diversa. Nel film si vedono molti trader, ossia operatori di Borsa, radunati in una stanza affollata, che urlano, fanno telefonate e prendono accordi diretti tra loro, a voce o con dei semplici biglietti di carta, stampati o scritti a mano. Oggi invece gli scambi si fanno tutti in modo automatizzato, tramite delle apposite piattaforme digitali.