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  • Venerdì 22 dicembre 2023

Cosa si sa dell’attacco all’università di Praga

Un uomo di 24 anni ha ucciso 14 persone e poi si è suicidato: non si conoscono i motivi, non sembra essere un attentato terroristico

Un poliziotto davanti all'università di Praga dopo l'attacco (ANSA/EPA/MARTIN DIVISEK)
Un poliziotto davanti all'università di Praga dopo l'attacco (ANSA/EPA/MARTIN DIVISEK)
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Giovedì pomeriggio a Praga, la capitale della Repubblica Ceca, un uomo ha ucciso a colpi d’arma da fuoco 14 persone e ne ha ferite più di 20 in un attacco armato nell’università della città. L’attacco è stato compiuto intorno alle 15, e l’uomo è stato trovato morto pochi minuti dopo.

Venerdì mattina, nel corso di una conferenza stampa, la polizia ha detto che l’uomo si è suicidato dopo essersi reso conto di essere stato circondato dai poliziotti arrivati sul posto. La polizia ha anche detto che l’assalitore era tra le persone indagate nei giorni scorsi per l’omicidio di un uomo e della figlia compiuto la scorsa settimana nella foresta di Klanovicky: secondo la polizia è molto probabile che l’omicidio sia stato compiuto dall’autore dell’attacco all’università, ma si attendono ancora gli esami balistici per averne conferma. La polizia ha detto che l’uomo aveva la licenza per l’utilizzo di otto armi, tra cui due fucili, ma non è stato comunicato quale tipo di arma abbia usato nell’attacco. Il ministro dell’Interno ceco Vít Rakušan ha detto che per il momento non c’è alcuna indicazione che faccia pensare che sia stato un attentato terroristico.

L’attacco è stato compiuto nella sede della facoltà di Filosofia dell’Università Carolina, una delle più antiche e prestigiose università d’Europa, che si trova in piazza Jan Palach, nel centro della città vecchia di Praga, sulla riva destra del fiume Moldava. Inizialmente le autorità locali avevano detto che nell’attacco erano state uccise 15 persone, ma nella serata di giovedì il capo della polizia cittadina, Martin Vondrášek, ha aggiornato la cifra e ha detto che in realtà i morti sono stati 14, senza contare l’assalitore: i feriti sono invece stati 25, di cui 10 sono ricoverati in ospedale in gravi condizioni.

La polizia ha avuto la prima notizia dell’attacco intorno alle 15, ed è arrivata sul posto pochi minuti dopo. Alle 15:20 l’aggressore è stato trovato morto. Dopo la sua morte la polizia ha fatto evacuare gli edifici universitari. Mentre era in corso l’attacco alcuni studenti e professori avevano scritto sui social media di essersi barricati dentro alle classi: sui social network sono state pubblicare foto di aule con banchi e sedie ammassati contro le porte, e altre immagini che mostrano un gruppo di studenti che si è rifugiato all’esterno, sui cornicioni dell’edificio.

Si sa ancora poco dell’identità della persona che ha compiuto l’attacco: la polizia non ha fornito il suo nome completo e ha detto solo che si chiamava David K., che aveva 24 anni e che era uno studente dell’Università (non è chiaro di quale facoltà). Il suo corpo è stato trovato su un ballatoio dell’edificio. Era originario della città di Hostoun, che si trova circa 20 chilometri a ovest di Praga. La polizia ha anche detto di aver trovato il padre dell’uomo morto nella propria abitazione: non è chiara la causa della morte, ma la polizia ha detto di ritenere probabile che sia stato ucciso dal figlio.

Diversi media cechi hanno scritto che le autorità stanno investigando su un alcuni messaggi pubblicati su un canale Telegram nei giorni scorsi da un utente che si identificava col nome David Kozak.

Nei messaggi l’utente scriveva in russo di voler compiere un attacco armato in una scuola e poi suicidarsi, e di essere ispirato nei suoi intenti da Alina Afanaskina, una ragazza di 14 anni che il 7 dicembre aveva ucciso due compagni di classe e poi si era uccisa in una scuola di Bryansk, città russa al confine con l’Ucraina. «Alina Afanaskina mi ha aiutato così tanto», aveva scritto su Telegram. «L’ho aspettato, l’ho sognato, l’ho voluto, ma Alina alla fine è arrivata: è stato come se fosse venuta in mio aiuto dal cielo giusto in tempo». Al momento non è chiaro se l’assalitore e l’autore dei messaggi su Telegram siano la stessa persona.