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  • Martedì 12 dicembre 2023

Il nuovo governo polacco avrà un sacco di soldi da spendere

Il governo uscente non era riuscito a ottenere dall'Unione Europea né il Recovery Fund né i normali fondi di coesione: ma le cose cambieranno

(AP Photo/Michal Dyjuk)
(AP Photo/Michal Dyjuk)
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Il nuovo primo ministro della Polonia  Donald Tusk è sostenuto da una maggioranza variegata ma tendenzialmente europeista dei principali partiti che negli ultimi anni erano stati all’opposizione dei governi di Diritto e Giustizia, il partito di estrema destra che aveva governato la Polonia in maniera semi-autoritaria.

Il carattere europeista della nuova maggioranza e del nuovo governo avrà da subito effetti assai concreti.

Nei prossimi mesi la Polonia riceverà parecchi miliardi di euro di fondi dell’Unione Europea che finora erano stati bloccati per via delle diverse misure approvate da Diritto e Giustizia che l’Unione aveva ritenuto illiberali: su tutte, la creazione di una commissione disciplinare interna alla Corte Costituzionale che ha come obiettivo quello di sanzionare i giudici ritenuti eccessivamente politicizzati. Il governo polacco guidato da Diritto e Giustizia si era impegnato a modificarla, ma non aveva mai rispettato la promessa.

Questo stallo, che riguardava anche diverse altre decisioni di Diritto e Giustizia, aveva sostanzialmente interrotto l’erogazione di fondi europei alla Polonia: che ad oggi non ha ricevuto né i soldi del Next Generation EU, detto anche Recovery Fund, cioè il principale serbatoio di fondi approvato dall’Unione per contenere la crisi economica innescata dalla pandemia, né i cosiddetti “fondi di coesione”, cioè i soldi del bilancio pluriennale dell’Unione Europea che vengono distribuiti soprattutto agli stati più poveri.

La Polonia è il principale beneficiario dei fondi di coesione e uno dei principali del Recovery Fund, e la loro sospensione stava creando enormi problemi economici e politici per il governo di Diritto e Giustizia. Con il governo di Tusk le cose cambieranno decisamente: e in parte lo hanno già fatto.

Tre settimane fa, quando un governo guidato da Tusk sembrava ormai inevitabile, l’Unione Europea ha sbloccato una prima tranche di pre-finanziamenti legata al Recovery Fund dal valore di 5,1 miliardi di euro. Nei mesi precedenti il negoziato era stato condotto dai funzionari governativi di Diritto e Giustizia: ma diversi hanno ritenuto che sbloccando il pre-finanziamento la Commissione Europea, che si occupa concretamente dell’erogazione dei fondi, abbia voluto rendere la vita più facile al governo successivo. «Il tempismo della decisione della Commissione non è passato inosservato», ha scritto il giornalista Jorge Liboreiro su Euronews.

In tutto la Polonia dovrebbe ricevere dal Recovery Fund 25,3 miliardi di euro di sussidi e 34,5 miliardi di prestiti, per un totale di 59,8 miliardi da spendere entro il 2026 come prevedono le stringenti regole europee: una cifra che vale circa un decimo del PIL polacco.

La Polonia poi ha diritto a una cifra ancora più consistente dai cosiddetti “fondi di coesione”: il bilancio pluriennale 2021-2027 prevede 75,4 miliardi di euro da assegnarle, il dato più alto fra i 27 paesi membri. La Polonia infatti è al contempo uno stato molto popoloso ma ancora piuttosto povero e arretrato, soprattutto nelle aree interne. Fin dal suo ingresso nell’Unione Europea, avvenuto nel 2004, la Polonia si è sostenuta anche grazie agli ingenti fondi europei che le sono stati garantiti.

Nell’ottobre del 2022 la Commissione Europea aveva bloccato l’erogazione dei fondi di coesione alla Polonia, per via di diverse misure giudicate illiberali approvate sempre in ambito giuridico. Il nuovo governo ha promesso di smantellarle per intero, e dunque è ragionevole pensare che la Commissione sbloccherà presto l’erogazione dei fondi di coesione. Al momento la Polonia ha ricevuto soltanto la prima tranche di pre-finanziamento, pari a 1,8 miliardi (come del resto molti altri paesi: i fondi vanno spesi nell’arco di diversi anni, e moltissimi progetti legati al bilancio 2021-2027 sono appena partiti).

Fra Recovery Fund e fondi di coesione insomma nei prossimi anni il governo polacco dovrà gestire circa 135 miliardi di euro di fondi europei. Secondo Bloomberg questi soldi, se sbloccati, saranno «cruciali» per «rispettare le costose promesse fatte in campagna elettorale, che includono per esempio un aumento di stipendio per gli insegnanti».

L’unico ostacolo fra il governo e questi fondi potrebbe essere il presidente polacco Andrzej Duda: appartiene a Diritto e Giustizia, rimarrà in carica fino al 2025 e potrebbe mettere il veto allo smantellamento delle riforme necessarie per ottenere i fondi europei. Al momento però non è chiaro se deciderà effettivamente di farlo.