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  • Mercoledì 6 dicembre 2023

L’esercito israeliano dice di essere «nel cuore» di Khan Yunis

La più grande città del sud della Striscia di Gaza è ora il principale obiettivo delle operazioni militari israeliane

Civili palestinesi lasciano il nord della Striscia di Gaza mentre un carro armato israeliano blocca la strada Salah al-Din, la più importante della Striscia. (AP Photo/Mohammed Dahman)
Civili palestinesi lasciano il nord della Striscia di Gaza mentre un carro armato israeliano blocca la strada Salah al-Din, la più importante della Striscia. (AP Photo/Mohammed Dahman)
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Dopo essere entrato in città martedì sera, l’esercito israeliano ha detto di aver raggiunto il «cuore» di Khan Yunis, la principale città del sud della Striscia di Gaza, dove ha condotto «incursioni mirate». L’invasione della città era considerata imminente da quando dopo lunghi bombardamenti lunedì i primi veicoli militari israeliani erano stati visti addentrarsi nella parte meridionale della Striscia, che finora non era stata occupata militarmente.

Mercoledì mattina l’esercito ha esortato gli abitanti di Khan Yunis a lasciare la città verso aree più sicure, ma secondo le Nazioni Unite e le agenzie umanitarie ormai nessun luogo dentro la Striscia di Gaza è più sicuro. Il capo dell’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi ha detto che gli ordini di evacuazione diffusi mercoledì dall’esercito israeliano riguardano oltre 600mila persone, più di metà delle quali aveva già lasciato la propria casa nelle scorse settimane.

Secondo le Nazioni Unite 1,87 milioni di persone, oltre l’80 per cento della popolazione della Striscia, sono già fuggiti dalle loro case: nelle prime fasi della guerra Israele aveva detto ai civili palestinesi che abitavano nel nord della Striscia di fuggire verso le città del sud, tra cui Khan Yunis, per evitare di essere coinvolti nei combattimenti. Ora le organizzazioni umanitarie sostengono che i civili non abbiano più luoghi in cui rifugiarsi: un portavoce dell’Unicef ha definito la città di al Mawasi, che Israele ha indicato come zona sicura, come «un minuscolo pezzo di terra» senza acqua né ripari.

Israele sostiene che parti del sud della Striscia siano utilizzate da Hamas e per i civili trovare un luogo dove scappare è praticamente impossibile. A nord c’è l’esercito israeliano, a ovest il mare è controllato dalle navi militari israeliane e a sud l’unico passaggio di confine che non porti in Israele, il varco di Rafah con l’Egitto, è chiuso (anche tutti i varchi di frontiera con Israele in ogni caso sono chiusi e sorvegliati dall’esercito israeliano).

Quello che ci si aspetta adesso è che a Khan Yunis possa succedere quanto già accaduto nelle scorse settimane nella città di Gaza, che era stato il primo e principale obiettivo militare di Israele nel nord. La sua invasione era iniziata il 27 ottobre e si era concentrata soprattutto nei pressi degli ospedali più grandi della città, dove Israele sosteneva si nascondessero centri operativi di Hamas. Al tempo stesso gli ospedali erano però usati anche come rifugio da migliaia di civili in fuga dai bombardamenti israeliani.

Martedì sera Daniel Hagari, uno dei portavoce dell’esercito israeliano, ha detto che Khan Yunis è la «roccaforte di Hamas nel sud della Striscia di Gaza» e che, così come in altre città del nord, l’esercito effettuerà attacchi combinati terrestri e aerei per distruggere i tunnel sotterranei usati dal gruppo radicale palestinese, uccidere i suoi membri, e liberare le 138 persone che sono ancora tenute in ostaggio dall’attacco del 7 ottobre.

– Leggi anche: Le indagini israeliane sugli stupri compiuti da Hamas il 7 ottobre

Già il primo giorno di combattimenti dentro Khan Yunis è stato estremamente violento: ci sono stati vari scontri tra soldati israeliani e miliziani di Hamas. Yaron Finkelman, capo del comando meridionale dell’esercito israeliano, ha descritto i combattimenti come «il giorno più intenso dall’inizio dell’operazione di terra».

Al momento non è chiaro come si stia svolgendo di preciso l’invasione di Khan Yunis e quali siano gli obiettivi primari di Israele, ma il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Herzi Halevi, ha detto che i soldati israeliani stanno conducendo perlustrazioni in molte case, e stanno trovando «in quasi tutti gli edifici» armi nascoste e miliziani di Hamas. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che in serata l’esercito ha circondato la casa di Yahya Sinwar, leader dell’ala politica di Hamas nella Striscia di Gaza. Nonostante Netanyahu abbia riconosciuto che Sinwar probabilmente sia scappato, ha detto che è «questione di tempo» prima che venga catturato.

Secondo quanto detto da alcuni funzionari del governo statunitense a CNN in forma anonima l’operazione militare nel sud di Gaza potrebbe concludersi entro gennaio. A quel punto, secondo quanto detto ai funzionari da rappresentanti del governo di Israele, l’esercito israeliano potrebbe concentrare i propri attacchi non più su intere città ma contro obiettivi specifici che si pensa possano essere legati in qualche modo ai miliziani di Hamas.