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  • Venerdì 1 dicembre 2023

Putin ha allargato l’esercito russo 

Con un decreto in cui si prevede l'aggiunta di 170mila soldati, mentre sul campo non ci sono grossi avanzamenti

(Mikhail Klimentyev, Sputnik, Kremlin Pool / AP)
(Mikhail Klimentyev, Sputnik, Kremlin Pool / AP)
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Venerdì il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto con cui ha aumentato le dimensioni massime dell’esercito russo di circa il 15 per cento, aggiungendo 170mila soldati: il numero totale di soldati professionisti salirà a oltre 1,3 milioni di persone (in tutto il personale militare dell’esercito russo ne comprende 2,2 milioni). L’adesione dei nuovi soldati non avverrà con un significativo aumento della coscrizione: l’esercito russo intensificherà la campagna di reclutamento volontario, già in corso soprattutto nelle regioni più periferiche del paese.

È la seconda volta che Putin espande l’esercito russo da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, a febbraio del 2022: ad agosto dello stesso anno Putin aveva aggiunto 137mila soldati.

La decisione di Putin di espandere l’esercito russo è stata presa in un momento in cui la situazione sul campo è sostanzialmente in stallo da mesi: sia l’esercito russo che quello ucraino sono impegnati in faticosi e complicati tentativi di guadagnare terreno, ma le linee del fronte non si sono spostate più di tanto. Nel frattempo, all’interno della Russia, il sostegno all’invasione sembra calare: secondo un sondaggio realizzato dall’organizzazione indipendente russa Chronicles lo scorso ottobre, il numero di russi favorevoli alla guerra in Ucraina si è quasi dimezzato dallo scorso febbraio a oggi.

Il ministero della Difesa russo ha motivato l’espansione dell’esercito con la guerra in Ucraina e la necessità di contrastare le «minacce» associate all’offensiva in corso in Ucraina. Ha aggiunto che la decisione è «un’adeguata risposta all’attività aggressiva del blocco della NATO», l’alleanza militare che comprende buona parte dei paesi occidentali, diversi dei quali hanno nel corso di questa guerra inviato armi e munizioni all’Ucraina per sostenere i suoi sforzi contro la Russia.

Il governo russo ha fatto sapere di non avere in programma l’organizzazione di un’altra mobilitazione come quella annunciata a settembre del 2022, in cui erano stati richiamati in servizio molti riservisti, cioè le persone che pur facendo parte dell’esercito perché hanno fatto il servizio militare in passato sono in congedo permanente, hanno altri lavori e, in tempo di pace, non partecipano ad attività militari. Era stata una misura piuttosto impopolare, che aveva avuto numerosi problemi di attuazione.