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  • Martedì 28 novembre 2023

L’intrusa in testa al campionato di calcio spagnolo

Il Girona, piccola squadra catalana del City Football Group, è inaspettatamente prima nella Liga, stretta tra i grandi club

di Pietro Cabrio

Viktor Tsyhankov esulta dopo il gol all'Athletic Bilbao di lunedì sera (David Ramos/Getty Images)
Viktor Tsyhankov esulta dopo il gol all'Athletic Bilbao di lunedì sera (David Ramos/Getty Images)
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I campionati di calcio europei hanno superato il primo quarto di stagione e le loro classifiche stanno prendendo sempre più forma. Fra i maggiori tornei del continente soltanto nella Liga spagnola c’è una presenza insolita nelle prime posizioni. Dopo 14 partite in testa a un campionato che da vent’anni viene vinto dalle stesse tre squadre c’è il Girona, un piccolo club fondato negli anni Trenta che fino al 2017 non aveva mai giocato nella Liga, ossia nella prima divisione del calcio nazionale.

Lunedì sera, nel posticipo della quattordicesima giornata di campionato, il Girona ha pareggiato 1-1 con l’Athletic Bilbao tornando primo a pari merito con il Real Madrid, l’unica altra squadra del campionato ad aver vinto 11 partite finora. I punti che separano il Girona dalle altre due grandi del campionato, Barcellona e Atletico Madrid, seconde a pari merito, sono invece quattro.

Girona è una città catalana di circa 100mila abitanti a pochi chilometri dalla Francia e dalla prima grande città oltre il confine, Perpignan. Non è mai stata un centro famoso per il calcio, e anzi negli ultimi anni era stata la sua squadra di basket a far parlare di sé, in particolare dopo essere stata acquistata da Marc Gasol, campione NBA con i Toronto Raptors che ora sta terminando la carriera da giocatore proprio nella squadra di sua proprietà.

La tribuna principale dello stadio Montilivi di Girona (Getty Images)

Ma nello stesso anno in cui Girona è arrivata per la prima volta nella Liga, la sua squadra di calcio era stata comprata dal City Football Group, società che fa capo alla famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti e che racchiude in sé le proprietà di dieci squadre sparse in tutto il mondo, a partire dal Manchester City (più altre due in cui è socio di minoranza). Il Girona è stata la quinta squadra del gruppo, dopo appunto il Manchester City, il New York City, il Melbourne City e l’Atletico Torque in Uruguay, e prima delle ultime cinque: Mumbai, Lommel, Troyes, Palermo e Bahia.

Il Girona ha rappresentato la prima espansione europea del gruppo, e ovviamente non fu una scelta casuale: l’operazione portò all’acquisto del 44 per cento delle quote del club e una minor percentuale di azioni fu destinata a una società di Pere Guardiola, fratello dell’allenatore del Manchester City Pep Guardiola, entrambi peraltro originari di una cittadina catalana a metà strada tra Barcellona e Girona.

Visto il coinvolgimento del City Football Group si potrebbe pensare che il Girona sia stato oggetto di grandi investimenti, ma in realtà finora la crescita è stata graduale e senza eccessi: quattro anni fa la squadra fu anche retrocessa in seconda divisone, dove era rimasta fino a due stagioni fa.

Il club è stato sottoposto al “trattamento” del gruppo, che ne ha ridisegnato lo stemma rendendolo simile agli altri e ha lo stesso sponsor tecnico come fornitore di materiale sportivo. La squadra in sé può godere invece della rete di giocatori e conoscenze messa a disposizione dal gruppo proprietario, ma nel campionato in corso il valore della rosa è soltanto il decimo.

Quello che sta facendo andare così bene la squadra è il modo in cui è stata costruita e in cui viene fatta giocare. C’è una base di giocatori spagnoli di buon livello potenziata sia da investimenti sul mercato che da prestiti ricevuti dalle squadre del gruppo, come l’ala sinistra Savio, arrivato dal Troyes, il terzino destro Yan Couto e il centrocampista Yangel Herrera, provenienti entrambi dal Manchester City. Gli investimenti maggiori sono stati fatti per l’attacco, e in particolar modo per gli ucraini Viktor Tsygankov e Artem Dovbyk, autori fin qui di 10 gol complessivi dopo essere costati una quindicina di milioni di euro.

Il pubblico assiepato sopra lo stadio per guardare Girona-Real Madrid (Alex Caparros/Getty Images)

Il gruppo è stato poi completato con giocatori più esperti, come il centrale di difesa olandese Daley Blind, preso gratuitamente dal Bayern Monaco, e il portiere italo-argentino Paulo Gazzaniga. Il capitano è l’italo-uruguaiano Cristhian Stuani, a Girona da cinque anni e in passato di proprietà della Reggina.

Tutti insieme giocano un calcio spiccatamente offensivo tramite un 4-3-3 che in fase d’attacco diventa 3-4-3 in cui viene sempre cercata la verticalità nei passaggi. In questo modo, e grazie a una difesa che fin qui ha retto bene, sono già stati segnati 32 gol, in media più di due a partita e più di ogni altra squadra del campionato.

Per il resto il Girona conserva l’aspetto da squadra di provincia. Gioca in un piccolo stadio con poco più di 10mila posti all’interno del campus universitario locale e la sua seconda maglia riprende la bandiera catalana, chiamata anche senyera. Il rapporto con il territorio rimane molto stretto, come dimostrato più volte negli ultimi anni. Nella passata stagione, per esempio, lo spazio per lo sponsor sulle maglie della squadra fu concesso a Open Arms, l’organizzazione umanitaria catalana impegnata da anni a soccorrere i migranti nel mar Mediterraneo, sostenuta economicamente sia dalla squadra che in pubblico da Pep e Pere Guardiola.

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