Più di cento attivisti per il clima sono stati arrestati per aver bloccato per due giorni il più grande porto per carbone del mondo a Newcastle, in Australia

Un'immagine della protesta pubblicata da Rising Tide (Rising Tide, X)
Un'immagine della protesta pubblicata da Rising Tide (Rising Tide, X)

Durante il weekend circa 3mila attivisti per il clima a bordo di kayak hanno bloccato l’uscita dal più grande porto per carbone al mondo, a Newcastle, Australia, per protestare contro l’inazione climatica del governo australiano. La protesta era stata promossa dall’organizzazione Rising Tide ed era stato deciso con le autorità che sarebbe durata 30 ore, ma più di cento persone sono rimaste ai loro posti dopo la scadenza pattuita, portando avanti il blocco per diverse altre ore: 109 sono state arrestate, cinque minorenni sono stati successivamente rilasciati. Lunedì la polizia dello stato del New South Wales ha detto di aver denunciato 104 persone con l’accusa di essersi rifiutate di interrompere la protesta. Fra di loro c’è anche un uomo di 97 anni, il reverendo Alan Stuart.

Rising Tide chiede che il governo del primo ministro Anthony Albanese tassi le esportazioni di carbone per produrre energia e cancelli nuovi progetti di combustibili fossili. L’Australia è il secondo esportatore di carbone al mondo e dipende dal combustibile fossile per il proprio fabbisogno elettrico. Quando era stato eletto nel 2022 Albanese – del Partito Laburista – aveva promesso che avrebbe ridotto le emissioni di anidride carbonica, un ambito in cui il paese è ancora abbastanza indietro, ma negli ultimi mesi si è rifiutato di mettere completamente al bando i nuovi progetti sui combustibili fossili. A maggio aveva approvato l’apertura di quattro nuove miniere di carbone, che sono molto inquinanti, e secondo il think tank Australia Institute ci sarebbero altri 25 progetti in attesa di approvazione.

Con la protesta di questo weekend l’organizzazione sostiene di aver ritardato la spedizione di oltre mezzo milione di tonnellate di carbone. La protesta ha avuto luogo pochi giorni prima della COP28, la conferenza annuale delle Nazioni Unite sul clima, che inizierà giovedì a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.