Uno degli uomini condannati per l’omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaya è stato graziato dopo aver combattuto per la Russia in Ucraina

Una donna depone dei fiori davanti a un ritratto di Anna Politkovskaya (AP Photo/Pavel Golovkin, File)
Una donna depone dei fiori davanti a un ritratto di Anna Politkovskaya (AP Photo/Pavel Golovkin, File)

Uno degli uomini condannati nel 2014 per l’omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaya nel 2006 è stato graziato per aver combattuto in Ucraina. L’uomo, un ex agente della polizia di Mosca di nome Sergei Khadzhikurbanov, è una delle cinque persone condannate per l’assassinio della giornalista: doveva scontare vent’anni di carcere per aver partecipato all’organizzazione dell’omicidio. Politkovskaya era una giornalista investigativa che scriveva per il giornale russo indipendente Novaja Gazeta. Condusse diverse inchieste sulla situazione sociale della Russia fra gli anni Novanta e Duemila, e in particolare sulla guerra in Cecenia, una regione separatista della Russia, in cui denunciò gli abusi e le atrocità commesse dalle forze russe e dalle autorità filorusse cecene. Il mandante del suo omicidio non è mai stato accertato.

Sergei Khadzhikurbanov era stato reclutato dall’esercito in quanto ex membro delle forze speciali russe con un contratto di sei mesi, finiti i quali ha ricevuto la grazia per decreto presidenziale. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, l’esercito e i gruppi militari russi hanno reclutato decine di migliaia di detenuti con la promessa che dopo sei mesi di guerra avrebbero ricevuto la grazia. Questa pratica era stata particolarmente usata dal gruppo mercenario Wagner, che è stato sciolto negli scorsi mesi dopo un tentativo di rivolta e la morte del suo leader Yevgeny Prigozhin. Dopo lo scioglimento del gruppo Wagner l’esercito continua a reclutare detenuti, ma in misura molto minore.

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