La mostra del Prado di Madrid che espone i quadri girati

Molte tele nascondono sul retro messaggi, segni e persino altri dipinti che nei musei tradizionali non sono visibili al pubblico

Un visitatore alla mostra Reversos al Museo del Prado a Madrid (EPA/FERNANDO ALVARADO)
Un visitatore alla mostra Reversos al Museo del Prado a Madrid (EPA/FERNANDO ALVARADO)
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Dal 7 novembre fino a marzo del 2024 è visitabile al Museo del Prado di Madrid la mostra Reversos (Sul retro), in cui i quadri appesi sono girati, perché l’attenzione degli spettatori sia dedicata non tanto alle opere d’arte per come le intendiamo di solito ma ai supporti che le ospitano: cioè le cornici e il retro della tavola o tela su cui sono state dipinte, che possono dare molte informazioni sulla loro storia.

Come spiega il direttore del museo Miguel Falomir, l’idea per questa mostra è nata a partire dal quadro Las Meninas del pittore spagnolo Diego Velázquez, in cui Velázquez stesso guarda lo spettatore da dietro un’enorme tela a cui sta lavorando, in un modo che sottolinea la materialità dell’opera d’arte. L’obiettivo della nuova mostra, curata dall’artista Miguel Ángel Blanco, è quindi di incoraggiare lo spettatore a percepire un dipinto non solo come un’immagine, ma anche come un oggetto fisico che porta con sé i segni della sua storia e che può rivelare segreti e significati inaspettati. Non a caso, Reversos si apre con una riproduzione di Las Meninas appoggiato al muro al contrario.

Una delle sale della mostra (Museo del Prado)

La mostra comprende 105 opere provenienti dal Prado e da 29 musei e collezioni internazionali che includono dipinti di pittori famosi come Goya, Rembrandt e Van Gogh. Alcune opere possono essere viste da entrambi i lati, mentre altre hanno il lato dipinto appoggiato al muro per esporre il retro della tela, che rivela messaggi, timbri e macchie altrimenti invisibili ai visitatori.

Ad esempio, sul retro di un dipinto del pittore olandese Salomon Koninck che raffigura un filosofo si trovano un ritaglio di giornale di un necrologio e altri segni che indicano che ad un certo punto era stato parte di una collezione rubata dai nazisti a una persona ebrea. Falomir ha detto che per lui «vedere un’opera, il suo retro e la sua cornice, è come trovarsi di fronte a una scoperta archeologica in cui ogni strato ha la sua storia da raccontarci».

Alcune tele o tavole ospitano due dipinti diversi, uno per lato: in questi casi di solito il pittore era a corto di materiale su cui dipingere o voleva risparmiare. Ma ce ne sono altri in cui il fronte e il retro sono collegati e la decisione di dipingerli entrambi è stata presa con l’intento di raccontare una storia. In questa seconda categoria, l’opera più particolare esposta in mostra è la Monaca inginocchiata di Martin van Meytens, un dipinto della prima metà del Settecento: nella parte anteriore del quadro viene mostrata una suora devota in preghiera, ma dal retro si scopre che la suora mostra il suo sedere nudo. Il quadro apparteneva a quello che allora era l’ambasciatore svedese a Parigi e la visione del retro era riservata agli ospiti speciali.

La mostra include anche diverse opere di arte contemporanea, fra cui quelle degli artisti italiani Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto. Fra queste ci sono anche tre opere di Blanco, il curatore della mostra, realizzate ispirandosi alla «nuvola di polvere» che ha sollevato un’enorme copia della Trasfigurazione di Raffaello quando dopo decenni era stata staccata dalla parete del Prado per essere restaurata.