Al largo della Sardegna è stato scoperto un deposito di almeno 30mila monete romane

È una quantità piuttosto significativa: erano state notate durante un'immersione e sono in un ottimo stato di conservazione

(Ministero della Cultura)
(Ministero della Cultura)
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Al largo delle coste nord-est della Sardegna è stato trovato un po’ per caso un deposito di decine di migliaia di follis, ovvero antiche monete romane utilizzate a partire dalla fine del III secolo. Il ministero della Cultura ha fatto sapere che le monete sono «in uno stato eccezionale e raro di conservazione»: è una delle scoperte più importanti di questo tipo di reperti negli ultimi anni.

Le monete sono state scoperte in due punti diversi del fondale marino a pochi metri dalla costa del comune di Arzachena, in provincia di Sassari, da un uomo che stava facendo un’immersione e aveva notato alcuni oggetti di metallo. La scoperta del deposito è stata confermata il giorno seguente dal Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Sassari e Nuoro, con la collaborazione dei nuclei specializzati dei carabinieri e dei vigili del fuoco, insieme alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza e alle Capitanerie di Porto.

Stando alle prime analisi le monete sono di bronzo e in base al loro peso complessivo si stima che siano tra le 30mila e le 50mila unità. A giudicare dai volti degli imperatori romani che compaiono sulle loro facce, tra cui quello di Costantino il Grande, risalirebbero in particolare a un periodo compreso tra il 324 e il 340 dopo Cristo. Il ministero ha detto che le monete provenivano da quasi tutte le zecche dell’impero attive in quel lasso di tempo.

Non è ancora chiaro come le monete siano finite sul fondale sardo. Il ministero ha ipotizzato che sia successo a seguito di un naufragio: la zona del ritrovamento «per posizione e morfologia del fondale potrebbe conservare resti cospicui di un relitto».

Luigi La Rocca, responsabile della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, che si occupa della tutela dei beni di interesse archeologico, storico e artistico, ha detto che si tratta di «una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni». L’ultima grande scoperta di monete di questo tipo risale al 2013, quando a Seaton, nel Regno Unito, un uomo che stava cercando cose per hobby con un metal detector ritrovò 22.888 follis. Oltre alle monete, che adesso verranno sottoposte a operazioni di restauro e conservazione, sono stati trovati anche frammenti di anfore di derivazione africana e asiatica.

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