La storia dei quadri di Silvio Berlusconi

Sono 25mila ma di scarso valore, li aveva comprati negli ultimi anni perlopiù attraverso aste televisive: i figli non sanno bene che farci

Berlusconi in visita alla mostra di antiquariato di piazza Venezia a Roma, nel 2014 (Daniele Leone/LaPresse)
Berlusconi in visita alla mostra di antiquariato di piazza Venezia a Roma, nel 2014 (Daniele Leone/LaPresse)

Da alcuni giorni sui quotidiani sta occupando un certo spazio la storia della grande collezione di dipinti lasciata in eredità da Silvio Berlusconi, storico leader di Forza Italia ed ex presidente del Consiglio morto lo scorso giugno. I quadri sono circa 25mila e hanno un valore complessivo stimato di circa 20 milioni di euro. Berlusconi li ha conservati per anni in un esteso capannone vicino alla sua villa di Arcore, in provincia di Monza, a nord di Milano.

Il primo a dare notizia dell’esistenza di questa enorme raccolta di quadri è stato Michele Masneri sul Foglio, in un articolo in cui si dava conto anche dei dubbi dei famigliari di Berlusconi sull’opportunità di conservare per intero la sterminata raccolta di opere. Dubbi che derivavano, oltre che dallo scarso pregio delle maggior parte delle opere, dal costo del capannone in cui erano stipate: una cifra che si aggirava intorno agli 800mila euro all’anno. Inoltre diversi giornali hanno raccontato come nel capannone si siano diffusi i tarli, insetti che rovinano il legno di mobili e cornici, complicando ancor più la gestione di questi quadri.

Nei giorni scorsi erano circolate voci, riportate anche da Repubblica, di «un grande falò», cioè un rogo nel quale sarebbe stata bruciata una parte considerevole della collezione. Tuttavia venerdì il Corriere della Sera ha pubblicato un comunicato della famiglia Berlusconi in cui le voci sono state smentite e in cui si dice invece che la volontà degli eredi è di smembrare la collezione. Ciascuno dei figli di Berlusconi «sceglierà di tenere per sé alcune opere» mentre «per la parte restante si individuerà, a tempo debito, la destinazione più opportuna».

Secondo numerose testimonianze, la collezione è frutto per lo più di una passione maturata negli ultimi anni. Nella fase finale della sua vita Berlusconi era infatti solito acquistare i quadri durante televendite notturne su reti locali, oltre che su aste e da mercanti di fiducia. Alessandro Orlando, noto conduttore del canale di televendite Telemarket, ha raccontato della frequenza con cui Berlusconi telefonava in studio per garantirsi i quadri proposti. La prima volta fu nel 2018. «A uno dei miei centralinisti arriva la chiamata di un signore che dice “Sono Berlusconi, offro 50mila [euro]”. Lui rispose “E io sono Napoleone” e riagganciò», ha detto Orlando. Da lì nacque un rapporto di grande confidenza, e nei due anni e mezzo successivi Berlusconi ha comprato quadri da Orlando per circa 3 milioni di euro.

Un altro conduttore di televendite dal quale Berlusconi ha comprato quadri e vari altri oggetti di arte e antiquariato è Giuseppe De Gregorio, titolare della galleria Newarte di Arzano, in provincia di Napoli. Anche in questo caso, la relazione di consuetudine iniziò con un malinteso: quando l’acquirente si presentò al telefono come «Silvio Berlusconi», il conduttore riattaccò pensando a uno scherzo. Come con Orlando, le compravendite andarono avanti a lungo anche con la galleria Newarte: in 3 anni Berlusconi acquistò circa 5mila quadri.

Anche Cesare Lampronti, mercante d’arte che lavora principalmente a Londra e che ha avuto rapporti con Berlusconi per quasi trent’anni, ha confermato in un colloquio con la BBC che l’ex presidente del Consiglio era diventato un acquirente compulsivo. «Quando era più giovane comprava nelle gallerie e dai commercianti, ma più tardi nella vita comprava dalle aste televisive» ha detto Lampronti. Che ha aggiunto: «Sapeva che quello che comprava non aveva alcun valore».

Proprio in riferimento allo scarso valore delle opere acquistate da Berlusconi si è più volte espresso anche Vittorio Sgarbi, critico d’arte e attuale sottosegretario alla Cultura nel governo Meloni. Sgarbi ha raccontato di aver suggerito più volte a Berlusconi che sarebbe stato meglio fare acquisti più mirati, comprando pochi quadri di grande valore anziché moltissimi quadri che valgono poco. «Credo che la sua quadreria fosse il sostituto dell’amore per le donne: non potendo più avere 24mila donne, o 24mila baci, aveva 24mila quadri» ha detto Sgarbi. È stato calcolato che Berlusconi abbia speso in media circa 800 euro per ciascuna opera. Il patrimonio complessivo di Berlusconi alla sua morte è stato stimato in oltre 6 miliardi di euro.

Nel 2022, nelle settimane prima dell’avvio delle votazioni in parlamento per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, diversi deputati e senatori confidarono di aver ricevuto un quadro in regalo da Silvio Berlusconi in occasione delle festività natalizie (il primo scrutinio si tenne il 24 gennaio). Alcuni di questi lo interpretarono come un tentativo da parte di Berlusconi di accattivarsi le simpatie di quelli che sarebbero potuti essere suoi elettori per quell’elezione che ebbe a lungo Berlusconi tra i candidati. In quel periodo molti parlamentari ricevettero anche telefonate direttamente da lui, intenzionato a garantirsi il loro sostegno. Uno dei quadri fu fatto recapitare da Berlusconi anche a Luigi Di Maio, allora ministro degli Esteri.

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