Non si sa da dove arriveranno i fondi per la linea ferroviaria Roma-Pescara

Se ne parla da oltre vent'anni: è stata definanziata dal PNRR ma secondo il presidente dell'Abruzzo si farà comunque, anche se non è chiaro come


(RaBoe/Wikipedia/Licenza CC-BY-SA-3.0)
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Da oltre vent’anni la politica e le amministrazioni locali parlano della necessità di potenziare la linea ferroviaria che collega Roma a Pescara. Nel 2021 il progetto era stato inserito tra gli interventi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ma è stato poi eliminato a causa dei molti ritardi accumulati. Secondo il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, la linea verrà comunque realizzata con altri fondi, al momento ancora da definire.

A fine agosto la regione Abruzzo ha firmato un accordo con il comune di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, che prevede l’interramento del tratto ferroviario della linea Roma-Pescara che attraversa il territorio comunale, lungo circa 500 metri. È l’ultimo sviluppo del lungo percorso per il potenziamento della linea, che però si muove piuttosto lentamente.

Oggi per andare da Roma a Pescara servono circa due ore in auto o in autobus, ma almeno 3 ore e venti in treno con un regionale veloce diretto. Questo è un serio problema, poiché i legami tra Roma e l’Abruzzo sono molto intensi: soprattutto a Roma vivono moltissimi lavoratori e studenti abruzzesi, per i quali i collegamenti con la loro regione sono spesso problematici e complessi.

Della necessità di rafforzare la linea ferroviaria diretta tra Roma e Pescara si parla da decenni. Il progetto partì nel 2002, con una delibera che impegnava Rete ferroviaria italiana (RFI) a studiare la fattibilità di sette collegamenti nel centro e nel sud Italia, tra cui la Roma-Pescara. Nel 2008 RFI presentò un progetto preliminare che però fu accantonato fino al 2016, quando la tratta venne inserita nel cosiddetto “Patto per l’Abruzzo”, un documento contenente vari interventi strategici per lo sviluppo del territorio concordati tra il governo e la Regione. Nel marzo del 2020 fu sottoscritto un protocollo d’intesa tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Abruzzo, la Regione Lazio e RFI, che presentò un altro progetto di prefattibilità, diciotto anni dopo il primo.

Il progetto fu ultimato nel novembre del 2021, e la linea ferroviaria fu inserita nel PNRR. Dal dicembre del 2021 all’aprile del 2022 si è anche svolto il “dibattito pubblico”, ossia una serie di incontri e discussioni tra tutti i soggetti interessati dalla costruzione dell’opera, compresi i residenti. Al di là della trafila burocratica, però, nessun cantiere è mai partito.

La versione originale del PNRR, presentata dal governo Draghi, stanziava 620,2 milioni di euro per realizzare i primi due lotti della tratta Pescara-Roma: dall’Interporto d’Abruzzo, a Pescara, fino al comune di Manoppello e poi da Manoppello a Scafa, da portare a termine entro il 2026, in linea con la scadenza fissata dalle regole europee per la realizzazione dei lavori. In seguito, e con altre fonti di finanziamento, sarebbero stati realizzati gli altri due segmenti del percorso, da Pratola Peligna a Sulmona e poi da Tagliacozzo ad Avezzano, in provincia dell’Aquila. Il progetto avrebbe dovuto permettere di ridurre i tempi di percorrenza tra Roma e Pescara dalle attuali 3 ore e 20 minuti a circa due ore, fino ad arrivare ad appena un’ora e venti una volta completati tutti i lavori. La frequenza dei treni sarebbe inoltre passata da 4 a 10 ogni ora.

Il presidente Marsilio festeggiò l’inclusione della tratta nel PNRR: «Dopo decenni di marginalità, il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara diventa finalmente un progetto concreto», disse a febbraio del 2022, aggiungendo: «Mi auguro che quest’opera si faccia».

– Leggi anche: I molti problemi del PNRR, in ordine

Negli ultimi due anni sono emersi numerosi problemi relativi alla realizzazione di alcune opere e riforme previste dal PNRR. Lo scorso luglio il governo Meloni presentò una serie di modifiche al piano originale, che tra le altre cose hanno tolto finanziamenti a vari progetti per i quali si temeva di non riuscire a rispettare la scadenza del 2026. Tra questi ci sono anche i 32 chilometri della tratta ferroviaria Roma-Pescara, la cui realizzazione è risultata molto rallentata a causa di «ritardi autorizzativi». Secondo il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il bando di gara per i primi due tratti da realizzare avrebbe dovuto concludersi entro giugno del 2022, con l’aggiudicazione dei lavori entro lo scorso febbraio, ma le tempistiche non sono state rispettate. I 620 milioni di euro inizialmente previsti per il progetto sono stati spostati su altri interventi ferroviari nel centro e nel sud Italia, che si pensa possano realisticamente essere conclusi entro i prossimi tre anni.

Il governo ha assicurato che le opere definanziate saranno comunque realizzate, ma con altri fondi e non necessariamente entro la scadenza del 2026. In Abruzzo, anche Marsilio ha subito detto che i lavori sulla Roma-Pescara si faranno comunque, potenzialmente grazie al finanziamento del Fondo europeo di coesione e sviluppo: «Per noi nulla cambia se si paga con la tasca destra o sinistra», ha detto.

Effettivamente, le procedure stanno andando avanti. Il 29 giugno RFI ha pubblicato gli avvisi di gara per la realizzazione delle due tratte Interporto d’Abruzzo-Manoppello e Manoppello-Scafa, dal valore rispettivamente di 143 e 335 milioni di euro e lunghe complessivamente 13 chilometri. Dovrebbe inoltre essere effettuato il raddoppio ferroviario, ossia la trasformazione della linea da binario singolo, come è ora, a doppio binario.

Il 24 luglio RFI ha annunciato che intende investire oltre 11,5 miliardi di euro sulle infrastrutture abruzzesi, di cui 7,8 miliardi proprio per la linea Roma-Pescara. Non è chiaro però da dove arriveranno i fondi, se verranno messi dall’azienda o da privati. Il 7 agosto il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto ha confermato che nessun intervento tra quelli inizialmente previsti dal Piano sarà definanziato, e che «tutte le opere continueranno a essere realizzate senza nessuna interruzione». Per quanto riguarda i fondi, Fitto ha detto che la «sostituzione delle fonti di finanziamento» potrà essere decisa solo dopo l’approvazione da parte della Commissione europea delle modifiche al PNRR presentate dall’Italia.

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Una versione iniziale dell’articolo conteneva un’informazione errata, secondo cui Trenitalia consiglierebbe sempre di passare per Napoli per fare la tratta Roma-Pescara. In realtà quel percorso è consigliato solo momentaneamente, perché la tratta è interrotta per lavori fino al 17 settembre.