Il profilo Instagram di “Open to Meraviglia” è tornato attivo

Dopo due mesi di inattività, e il giorno dopo che si era saputo dell'indagine della Corte dei Conti sulla campagna promossa dal ministero del Turismo

(@venereitalia23/Instagram)
(@venereitalia23/Instagram)

Martedì scorso sui giornali italiani è uscita la notizia che la Corte dei Conti ha avviato un’indagine sulla campagna promozionale del ministero del Turismo “Open to Meraviglia”. La ragione dell’indagine è che, dopo essere stata presentata al pubblico lo scorso aprile, la campagna sembra essere stata abbandonata e l’ipotesi è che il ministero possa essere colpevole di danno erariale, cioè spreco di soldi pubblici. L’ultimo post sul profilo Instagram della campagna (@venereitalia23) era infatti del 27 giugno, mentre i profili di Twitter, Facebook e TikTok non si trovavano più.

Mercoledì, il giorno dopo la notizia dell’indagine e dopo più di due mesi dall’ultima attività, l’account Instagram della campagna ha pubblicato tre post a distanza di poche ore.

“Open to Meraviglia” ha come testimonial la dea del famosissimo dipinto di Sandro Botticelli “La nascita di Venere”, nei panni di una moderna influencer. Nella descrizione del primo post si legge: «Ciao! So bene che avete sentito la mia mancanza e mi fa piacere sapere che vi siate così tanto preoccupati per me». La mancanza di attività del profilo viene poi giustificata col fatto che «avevo promesso di portare le bellezze della nostra Italia in giro per il mondo e così ho fatto», e nel post si susseguono le foto dei cartelloni della campagna allestiti in varie città del mondo.

“Open to Meraviglia” era stata presentata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè lo scorso aprile ed era stata da subito molto discussa per via di alcune scelte grafiche e concettuali reputate grossolane e poco al passo coi tempi, oltre che per l’investimento complessivo previsto di 9 milioni di euro, ritenuto da molti eccessivo. Giovedì un articolo di Repubblica ha ricostruito che per il momento per la campagna sarebbe stato speso circa mezzo milione di euro.

 

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Un post condiviso da Venere Italia (@venereitalia23)

Secondo questa ricostruzione l’agenzia di comunicazione che ha curato la campagna, l’Armando Testa, avrebbe infatti ricevuto due pagamenti: uno di poco più di 136mila euro dal dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio dei ministri (su richiesta di Santanchè) e uno da 138mila euro da parte dell’Agenzia Nazionale del Turismo (Enit), che opera sotto la vigilanza del ministero del Turismo.

Repubblica scrive che «la soglia per le gare europee è di 140mila euro. Dunque entrambe le commesse, per poche migliaia di euro, casualità, si sono potute affidare direttamente, senza passare per una procedura pubblica. Fosse stato un unico appalto, da quasi 275mila euro, il governo avrebbe dovuto bandire una gara». Le causali dei due pagamenti riguardavano rispettivamente la progettazione creativa della campagna e la realizzazione di un video promozionale, pubblicato ad aprile e poi rimosso per essere ripubblicato alla fine di maggio. A questi due pagamenti se ne aggiungono altri due a due società che si occupano di affissioni, da 130mila e 135mila euro, per una spesa complessiva di oltre 500mila euro.

Secondo il contratto depositato a palazzo Chigi, l’incarico all’Armando Testa sarebbe dovuto durare un anno (fino all’aprile del 2024), anche se non è chiaro se la gestione dei social network fosse in carico all’agenzia o allo staff del ministero del Turismo, e quindi di chi fosse la responsabilità della sospensione delle pubblicazioni.