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  • Giovedì 24 agosto 2023

Putin ha commentato la caduta dell’aereo di Prigozhin

Il presidente russo ha parlato del capo del gruppo Wagner come se fosse morto, pur non confermandone esplicitamente la morte

Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner (Prigozhin Press Service via AP)
Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner (Prigozhin Press Service via AP)
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Nel tardo pomeriggio di oggi il presidente russo Vladimir Putin ha commentato la caduta dell’aereo privato su cui si suppone ci fosse anche Yevgeny Prigozhin, parlandone al passato ma senza confermare direttamente la sua morte. Putin ha offerto le proprie condoglianze alle famiglie delle dieci persone che si trovavano a bordo senza fornire nomi o particolari dettagli. Parlando di Prigozhin ha detto che era una «persona dalle sorti complicate» che aveva fatto «alcuni gravi errori». Putin ha aggiunto che Prigozhin era tornato dall’Africa nelle prime ore di mercoledì e che aveva poi partecipato ad alcune riunioni a Mosca. Nonostante le dichiarazioni di Putin, al momento continuano a non esserci conferme ufficiali da parte del governo russo sulla morte di Prigozhin.

L’aereo privato era partito mercoledì sera da poco più di un’ora da Mosca ed era diretto a San Pietroburgo quando era precipitato circa 150 chilometri a nord-ovest della capitale russa, su un campo agricolo non lontano dalla città di Tver. L’aereo, che era un modello Embraer Legacy 600 e aveva come sigla di riconoscimento RA-02795, era da tempo collegato a Yevgeny Prigozhin e al suo gruppo mercenario Wagner (non è chiaro se Prigozhin possedesse il jet, ma era comunque uno dei due aerei privati che usava normalmente per i suoi spostamenti). Poco dopo era stata diffusa la notizia che Prigozhin, uno dei più importanti e controversi leader politici e militari russi degli ultimi anni, era nella lista dei passeggeri dell’aeroplano assieme ad altre nove persone, sei passeggeri e tre membri dell’equipaggio.

La conferma più convincente del fatto che Prigozhin fosse a bordo viene da un comunicato reso pubblico mercoledì sera da Rosaviatsiya, l’agenzia russa per il trasporto aereo, che però ha dato l’informazione senza troppe spiegazioni su come l’abbia verificata: per il momento va presa quindi con qualche cautela. Altre informazioni oltre alle dichiarazioni di Putin si sono comunque accumulate nel corso della giornata di oggi. Per esempio il New York Times ha scritto che un funzionario anonimo dell’intelligence americana avrebbe confermato, usando «vari indicatori», la presenza di Prigozhin sull’aereo. Giovedì alcuni funzionari del governo statunitense hanno detto in forma anonima al Wall Street Journal che l’aereo sarebbe stato fatto esplodere per uccidere Prigozhin, con una bomba o con un’altra forma di sabotaggio a bordo.

Secondo Rosaviatsiya, tutte le dieci persone che si trovavano sull’aereo sono morte: i loro cadaveri sono stati recuperati qualche ora dopo la caduta.

Al tempo stesso, però, né le autorità russe né l’intelligence statunitense (che dall’inizio della guerra in Ucraina è particolarmente attenta a quello che succede in Russia) e nemmeno la stragrande maggioranza dei media del mondo hanno ancora dichiarato Prigozhin morto: anzitutto perché le autorità russe non hanno detto pubblicamente che il suo cadavere è stato identificato. C’è poi una certa prudenza a trattare la notizia perché sia Prigozhin sia Vladimir Putin, il presidente russo, sono da sempre molto abili nelle operazioni di disinformazione, e le autorità occidentali tendono a non fidarsi delle informazioni di questo tipo che arrivano dalla Russia, almeno finché non vengano presentate prove concrete.

– Leggi anche: Chi è Yevgeny Prigozhin

C’è ancora molta incertezza su come l’aereo sia precipitato. Quasi tutti escludono che sia stato un incidente, anche se per ora non abbiamo informazioni concrete in merito, e forse non ne avremo. Alcuni testimoni oculari che si trovavano nell’area al momento della caduta hanno detto di aver sentito due esplosioni prima che l’aereo cominciasse a precipitare e si schiantasse. È impossibile però al momento dire se queste due esplosioni siano la prova che l’aereo sia stato abbattuto, che ci fosse dell’esplosivo a bordo o se semplicemente sia successo qualcos’altro.

Online sono stati immediatamente pubblicati alcuni video in cui si vede sia l’aereo che precipita sia i suoi rottami in fiamme: in alcuni di questi video (ma non in quello qui sotto) si intravedono dei cadaveri.

Non è del tutto chiara la ragione per cui i cadaveri, che sono stati recuperati poco dopo la caduta dell’aereo, non siano ancora stati identificati: le autorità russe non hanno reso pubblica nessuna informazione in merito e il governo non ha commentato la vicenda.

Per tutta la mattinata di giovedì, il giorno successivo allo schianto, i media russi hanno trattato la caduta dell’aereo come una notizia tutto sommato minore, e si sono concentrati piuttosto sulla partecipazione della Russia alla riunione dei BRICS di Johannesburg, in Sudafrica. Per esempio il canale di news Rossiya-24, che è controllato dallo stato, ha mandato in onda un servizio sulla caduta dell’aereo ma ha citato soltanto di passaggio che tra i passeggeri si presume vi fosse Prigozhin.

Anche i canali ufficiali del gruppo Wagner non hanno fatto comunicazioni: bisogna però ricordare che la comunicazione ufficiale del gruppo è di fatto ferma dalla fine della rivolta di giugno. Su Telegram un gruppo non ufficiale ma molto vicino a Wagner che si chiama Grey Zone ha sostenuto che Prigozhin sia morto, ma non si capisce quali siano le sue fonti. A San Pietroburgo la facciata della sede del gruppo Wagner mercoledì sera era stata illuminata con una grande croce: è sicuramente un messaggio di solidarietà per Prigozhin, ma non si sa se sia un modo per commemorarlo o un’esortazione a pregare per lui.

In ogni caso, molti cittadini russi nella notte hanno portato fiori davanti alla sede di Wagner, dando Prigozhin già per morto.

Oltre a Prigozhin, sembra che a bordo del jet ci fosse anche Dmitri Utkin, il principale comandante militare e cofondatore di Wagner. Utkin è un militante neonazista che diede il nome al gruppo ispirandosi al compositore Richard Wagner (molto amato da Hitler) e che è sempre stato il comandante di tutte le operazioni militari più importanti. Se fosse confermata la morte di Prigozhin e di Utkin, il gruppo Wagner perderebbe sia il suo leader politico sia il suo leader militare.

– Leggi anche: La rivolta del gruppo Wagner, raccontata

Prigozhin è un imprenditore russo stretto alleato di Vladimir Putin che fondò il gruppo Wagner nel 2014 come compagnia paramilitare mercenaria. Negli anni il gruppo Wagner ha partecipato a operazioni militari in varie parti del mondo (la Siria, la Libia, numerosi paesi africani), ma è diventato importante soprattutto in Ucraina, dove lo scorso inverno ha avuto un ruolo centrale nella strategia di guerra russa. L’alleanza tra Prigozhin e Putin si è però conclusa a fine giugno quando Prigozhin, dopo mesi di polemiche durissime e tensioni con i comandi dell’esercito, ha organizzato una rivolta militare all’interno della Russia, e ha fatto marciare i suoi uomini verso Mosca.

La rivolta si è conclusa senza grossi scontri, e Prigozhin ha detto in seguito che il suo obiettivo non era Putin ma erano i generali a capo dell’esercito. Da quel momento i rapporti tra lo stato russo e il gruppo Wagner non si sono più ricomposti.