Questa estate in Italia sono tornati gli statunitensi

Stanno visitando in massa i posti che tradizionalmente li attraggono, come il lago di Como e la costiera amalfitana, con qualche contrasto culturale più evidente del solito

(Cecilia Fabiano /LaPresse)
(Cecilia Fabiano /LaPresse)
Caricamento player

Questa estate gli operatori del turismo italiani hanno osservato riduzioni dei turisti italiani nelle proprie strutture, cosa che secondo gli addetti ai lavori ha impedito che gli introiti superassero quelli del 2019, l’ultima stagione prima della pandemia. Le assenze degli italiani però sono state parzialmente bilanciate da un consistente flusso di turisti statunitensi, che oltre ad avere aiutato economicamente il settore ha evidenziato un po’ di scarti culturali e di superficialità associate a un modello di turismo che ha spesso scarsa considerazione per la storia e i residenti dei luoghi che interessa.

Gli albergatori italiani sono stati «salvati dagli americani», ha detto al Corriere della Sera il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Fra le ragioni di questo afflusso, che si nota un po’ in tutta EuropaAssociated Press ha citato i risparmi accumulati durante la pandemia, quando i viaggi intercontinentali erano limitati, e un dollaro particolarmente forte, che rende più conveniente del solito cambiare i propri soldi in euro o nella valuta locale. Non esistono dati certi sugli arrivi degli statunitensi, anche perché la stagione non è ancora finita. Ma fra i siti specializzati viene molto citato un sondaggio realizzato qualche mese fa dall’Istituto Piepoli secondo cui il 75 per cento degli statunitensi che aveva intenzione di visitare l’Europa in estate indicava l’Italia come meta preferita.

Bocca, il presidente di Federalberghi, ha spiegato che «il ritorno in massa degli americani ha premiato le città d’arte come Firenze e Roma e il mare che oltreoceano più amano, come la costiera amalfitana». Anche il flusso di quest’anno, insomma, ha interessato le località turistiche tradizionalmente preferite dagli statunitensi, assieme a destinazioni che li attirano ormai da diversi anni per ragioni legate al turismo di lusso e ai riferimenti cinematografici come il lago di Como e ancora posti sempre più famosi anche negli Stati Uniti per il vino, come l’Oltrepò pavese. «Province come Pavia sono diventate meta di americani», ha detto qualche giorno fa l’assessora al Turismo della regione Lombardia Barbara Mazzali.

Una delle mete più frequentate rimane comunque la costiera amalfitana. «A fine luglio abbiamo registrato una tradizionale, massiccia presenza statunitense», racconta Giuseppe Guida, sindaco di Positano eletto nel 2020. «Ad agosto c’è stata una piccola flessione, ma a settembre il 75 per cento delle prenotazioni è stato fatto da statunitensi».

«Dal primo aprile a fine luglio i turisti stranieri nelle nostre strutture erano il 90 per cento» dice Daniele Milano, sindaco di Amalfi dal 2015. «La fetta più grande di questo 90 per cento è rappresentata dagli americani». Per mettere in contatto i turisti stranieri con gli operatori locali da quest’anno il Comune ha aperto un sito disponibile anche in inglese, VisitAmalfi.info, da cui si possono prenotare direttamente alcune attività. «Sono gettonatissimi i giri per mare, l’aperitivo al tramonto, le classi di cucina, le escursioni in kayak, le visite ai terrazzamenti di limoni», dice Milano.

L’altra faccia di questa tendenza è una certa propensione di molti turisti stranieri, e che sembra essere particolarmente diffusa tra quelli americani, a informarsi con superficialità su storia e costumi dei posti che visitano, e a ricercare esperienze da cartolina, perfette per essere postate e diffuse su Instagram, in quello che viene spesso definito “turismo performativo”. Fare le vacanze in Italia è una moda, per chi può permetterselo, tanto che la pagina Instagram “Overheard”, che pubblica frasi particolarmente assurde o divertenti sentite per diverse città americane, ha messo in vendita una maglietta con scritto “Not in Positano”. L’attrattiva dell’Italia è alimentata dal fatto che molte celebrità americane, come succede spesso, hanno passato in questi mesi le vacanze in costiera amalfitana o sul Lago di Como, condividendo su TikTok foto e video che assecondano un’estetica superficiale e un po’ finta associata all’Italia.

Molti turisti stranieri, e in particolare americani, sembrano però turbati dal fatto che la cultura, l’economia e la logistica dei luoghi che visitano non ruotino interamente attorno al turista e ai suoi bisogni. Qualche giorno fa per esempio il New York Times ha pubblicato un articolo che contiene diverse testimonianze di turisti statunitensi stupiti del fatto che bar e ristoranti non offrano ai turisti grosse quantità di ghiaccio, come invece accade d’estate negli Stati Uniti, e che l’aria condizionata sia molto meno diffusa in Europa rispetto ai loro stati di provenienza.

– Leggi anche: L’Italia vista dagli stranieri su TikTok è bellissima e un po’ finta

A metà luglio era invece diventato virale in Italia un video di Lexi Jordan, una microinfluencer statunitense, che fra le altre cose si lamentava del fatto che sulla costiera amalfitana ci fossero poche strade accessibili alle automobili, e che i turisti fossero costretti a girare a piedi anche per lunghi tratti nel centro storico. Il video è stato ripreso con toni decisamente polemici da diversi giornali italiani.

Anche un’altra influencer di viaggi, @vickirutwind, ha postato una serie di video da Positano, una delle località più famose della costiera amalfitana, in cui si lamenta delle code di persone e della quantità di scale per spostarsi in paese. I suoi due video intitolati “cose che avrei voluto sapere prima di andare a Positano” hanno raccolto circa un milione di visualizzazioni, e mostrano soprattutto una marea di gente affollata nelle viuzze e nel molo turistico di Positano.

Quello che @vickirutwind forse non sapeva è che proprio in quei giorni, a inizio giugno, si stavano concludendo alcuni lavori decisi dalla Regione Campania nel molo turistico di Positano. Il sindaco, Giuseppe Guida, racconta che fino al 15 giugno poteva attraccare al molo turistico soltanto una imbarcazione per volta, al posto che tre come succede di solito: e questo ha creato file e disagi nella prima parte della stagione turistica, poi risolte con la chiusura del cantiere.

Negli ultimi mesi si è poi consolidato un filone di video di consigli un po’ paternalisti e superficiali per turisti statunitensi, che finiscono spesso nei trend dei più visti su TikTok. Qualche giorno fa l’influencer Jasmin Pak ha pubblicato alcuni consigli di una guida turistica italiana per evitare fregature nella ricerca di un gelato artigianale a Roma: una serie di suggerimenti piuttosto elementari, uniti a considerazioni un po’ amare sulla presenza di gelaterie truffaldine in città. Ad oggi ha raccolto 13 milioni di visualizzazioni. I primi due video fissati sul profilo di @testaccina, una influencer di cibo e viaggi in Italia, contengono invece consigli per evitare di essere truffati durante una vacanza in Europa e una lista di cose che non si possono fare a Roma, fra cui tuffarsi nelle fontane pubbliche. Quest’ultimo video in particolare ha più di un milione di visualizzazioni.

@jasminebellepak How to pick good gelato from bad when you’re in Italy from a Roman local herself, Val!!! Honestly, even the worst gelato we had was considerably decent BUT following these tips definitely led us to our favorite gelato spots! We loved @gelateriafatamorgana and @gunthergelatoroma 😍 A lot of y’all asked what tour this was — this was the Rome Twilight Tastevere Food Tour with @Eating Europe and we booked through @Viator Travel ♬ original sound – Jasmine Pak

In compenso proprio nelle ultime settimane è diventata virale su TikTok una tendenza chiamata “tomato girl” o “tomato girl summer”: sono video che si ispirano a un’estetica superficialmente mediterranea, spesso girati da turisti statunitensi in vacanza in Italia, che mostrano una serie di elementi legati dal colore rosso e da un’aria vagamente voluttuosa: piatti di pasta al pomodoro, rossetti e gioielli, e un trucco che cerca di replicare un velo di abbronzatura, come quello che si ottiene dopo una giornata al mare.

È difficile capire come si possa trovare un punto di incontro fra le esigenze dei turisti stranieri, statunitensi e non solo, e quelle degli operatori e dei residenti delle principali mete italiane. La città croata di Dubrovnik, che da anni attira un turismo di massa prevalentemente straniero, da quest’anno ha deciso di mostrare a chi la raggiunge in aereo o in crociera un breve video per spiegare usi e costumi da mantenere nel centro storico, sostanzialmente per non trattarlo come se fosse l’attrazione di un luna park.

Un’altra soluzione, più complicata, potrebbe essere quella di introdurre un tetto alle presenze massime di turisti, che in certe zone e in certi momenti dell’anno sono così tanti da impedire una vita normale ai residenti. Se ne sta parlando con sempre maggiore insistenza nelle Cinque Terre liguri, altra meta molto ricercata dagli statunitensi soprattutto dopo l’uscita di un film Pixar ambientato proprio in quella zona, Luca. Un dibattito simile va avanti da anni anche sulla costiera amalfitana.

«Abbiamo stimato che in determinate fasce orarie abbiamo fra le 15mila e le 25mila persone in certe località della costiera», spiega Milano, sindaco di Amalfi. «Il numero “giusto” per la sostenibilità del territorio sarebbe 10mila: dal 2018 abbiamo avanzato una proposta di modifica del codice della strada che consentirebbe di introdurre le Zone a Traffico Limitato (ZTL) su più comuni. In costiera consentirebbe di contingentare a monte il numero di veicoli e far circolare solo quantità che il territorio può assorbire». La proposta è stata depositata in parlamento ma non è chiaro se abbia delle possibilità concrete di essere approvata.

Un altro obiettivo molto citato è quello di “destagionalizzare” il turismo, per evitare picchi ingestibili di persone soprattutto durante luglio e agosto: ma nel caso dei turisti statunitensi ed europei è un obiettivo complicato da realizzare, dato che un po’ ovunque le scuole chiudono intorno alla metà di giugno e riprendono all’inizio di settembre. In costiera amalfitana in primavera si vedono parecchi turisti asiatici, che però hanno abitudini ed esigenze diverse (per esempio, se possono, tendono a evitare posti troppo caldi). Il settore degli influencer di viaggio, comunque, ha già provato a intercettare questo malessere e da anni esiste un sottogenere di video e post che raccolgono consigli per visitare «la gemma nascosta che le persone del posto non vogliono che tu conosca».