Il prezzo della benzina continua ad aumentare

Da quando è stato introdotto l'obbligo di esporre i prezzi medi nazionali ha superato i 2 euro al litro, ma il governo nega il problema

(ANSA/TINO ROMANO)
(ANSA/TINO ROMANO)

Sono passate più di due settimane da quando il primo agosto è entrato in vigore l’obbligo per i benzinai di esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti su cartelli posizionati accanto al prezzo di vendita che propongono. L’obbligo è stato introdotto per contrastare le speculazioni dei distributori e aumentare la trasparenza per i clienti, ma la misura non sembra essere servita a evitare i rincari, anzi: dal primo agosto i prezzi di benzina e gasolio sono aumentati quotidianamente, fino a circa 4 centesimi per la benzina e a 7 centesimi per il gasolio sulla rete autostradale.

Nella rilevazione del 16 agosto del ministero delle Imprese e del Made in Italy, la benzina in modalità self service in autostrada costa in media 2,019 euro al litro e il gasolio 1,928 euro: il primo agosto i prezzi medi erano invece rispettivamente di 1,984 euro e 1,854 euro al litro. Proprio i rincari dei prezzi nei distributori sulle autostrade stanno facendo discutere molto negli ultimi giorni, dato che le prime settimane di agosto sono quelle in cui gli italiani viaggiano di più in auto, per le vacanze estive.

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Nelle ultime settimane sono stati segnalati diversi casi di distributori in cui benzina e gasolio sono arrivati a costare molto più della media nazionale. Il caso più eccezionale e che ha fatto più discutere negli ultimi giorni è stato rilevato a Ferragosto, uno dei giorni dell’anno in cui il traffico autostradale è più intenso: in un distributore Esso sull’autostrada A8 Milano-Varese, nell’area di servizio Villoresi Ovest, la benzina in modalità self service costava 2,722 euro al litro.

Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy che è competente sulla questione, ha commentato i rincari dicendo che  in realtà si starebbe assistendo a un «rallentamento del trend degli aumenti» che secondo lui sarebbe da attribuire all’efficacia dell’obbligo per i benzinai di esporre i prezzi medi dei carburanti. Al momento non ci sono però prove che dimostrino come la misura abbia inciso sui prezzi.

Secondo Urso, inoltre, sarebbe «falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri paesi europei». Urso sostiene che il prezzo industriale della benzina che non tiene conto delle accise, ovvero delle tasse applicate dallo Stato, sia inferiore rispetto a quello di altri paesi europei come Francia, Spagna e Germania.

Sono però proprio le accise tra i fattori principali che negli ultimi mesi hanno contribuito all’aumento dei prezzi dei carburanti. Per contenere i rincari nel marzo dello scorso anno il governo di Mario Draghi aveva deciso di tagliare le accise di 25 centesimi al litro per benzina e gasolio (taglio che comprensivo di IVA diventava di 30,5 centesimi). Ma il nuovo governo di Giorgia Meloni aveva invece prima ridotto il taglio a 15 centesimi al litro e poi con la legge di bilancio rimosso completamente il cosiddetto “sconto sulle accise”.

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