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  • Martedì 15 agosto 2023

Il grosso incendio in una stazione di servizio in Russia

È avvenuto nella regione del Daghestan, sul mar Caspio: sono morte almeno 35 persone e non se ne conosce la causa

(Ministry of Emergency Situations press service via AP)
(Ministry of Emergency Situations press service via AP)
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Nella notte tra lunedì e martedì è divampato un incendio a Makhachkala, capitale dello stato del Daghestan, nel sud della Russia. Secondo le prime ricostruzioni l’incendio è scoppiato in un’officina di riparazione di automobili lungo un’autostrada e ha causato esplosioni che si sono propagate alla vicina stazione di servizio. Non si conoscono ancora le cause dell’inizio dell’incendio.

Il ministero della Salute russo ha detto che sono morte almeno 35 persone e altre 115 sono ferite, di cui 65 ricoverate in ospedale. L’agenzia di stampa russa Tass, citando una dichiarazione del servizio di emergenza nazionale, ha detto che i vigili del fuoco hanno impiegato più di tre ore e mezza per spegnere l’incendio, che copriva un’area di quasi 600 metri quadri. Sul caso è stata avviata un’indagine.

Oggi il Daghestan, regione del sud della Russia che confina con il mar Caspio a est, la Georgia a ovest e l’Azerbaigian a sud, è una regione relativamente tranquilla, molto interessata dal turismo interno. Ma ha una storia complessa: nel territorio vivono circa tre milioni di persone appartenenti a una ventina di gruppi etnici, per la maggior parte di origine caucasica (come gli àvari, quello più numeroso) o turca, con consistenti minoranze russe, azere e cecene. Dal punto di vista religioso, quasi il 90 per cento della popolazione è musulmana, per la maggior parte sunnita. Le confraternite sufi (il sufismo è la principale corrente mistica islamica) sono molto diffuse.

Nei primi anni Dieci è stata una regione particolarmente instabile, attraversata di frequente da scontri a fuoco tra le forze di sicurezza del governo locale e i militanti radicali islamici, attentati esplosivi, torture e rapimenti, al punto da portare la giornalista della BBC Lucy Ash a definirlo «il posto più pericoloso d’Europa» nel 2011. Nel frattempo, il movimento che voleva instaurare nel Daghestan uno stato islamico indipendente dalla Russia è stato soppresso dall’esercito e molti militanti islamisti si sono spostati in Siria e in Iraq.