Come un normalissimo negozio cinese di Roma è diventato famoso su TikTok

AN Megastore «ha tutto», o almeno è quello che assicura la proprietaria Angela nei suoi video di grande successo

(@an.megastore / TikTok)
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Dietro la stazione di Roma Ostiense, nella zona sud della città, c’è un negozio la cui lunghissima insegna gialla con caratteri rossi in stampatello dice: “Abbigliamento-Calzature-Biancheria-Bigiotteria-Casalinghi-Cosmetici-Detersivi-Cartoleria-Ferramenta-Elettronica da casa”. Da fuori sembra uno dei tantissimi negozi gestiti da persone di origini cinesi che sono comparsi in praticamente tutte le città italiane negli ultimi decenni, e che promettono, spesso mantenendolo, di avere più o meno qualsiasi cosa. AN Megastore però è probabilmente il più famoso negozio di questo tipo in tutta Italia, almeno da quando, alcuni mesi fa, i suoi proprietari hanno iniziato a pubblicare su TikTok dei video promozionali che, per le ragioni strane per cui hanno successo le cose su TikTok, sono diventati virali e popolarissimi.

Il format è più o meno sempre uguale: alcuni ragazzi a turno entrano per chiedere ai titolari, Angela e il figlio Alessandro, di soddisfare richieste sempre più complesse e assurde. Dai completi per non sfigurare il primo giorno di lavoro in banca ai nani da giardino, da giocattoli di Dragon Ball a grosse trombette per svegliare persone a cui non piace alzarsi dal letto. «Angela, mi devi aiutare», o «Ale, me devi dà ’na mano», cominciano quasi sempre i video. «Certo, noi abbiamo tutto!», rispondono sempre i titolari. È evidente che si tratta di scenette recitate, ma piacciono comunque, forse proprio per questo: su TikTok, AN Megastore ha più di 304mila follower, e i video pubblicati dal suo account con l’aiuto dell’agenzia di comunicazione Enne Agency ottengono spesso vari milioni di visualizzazioni. La buona riuscita dell’operazione di marketing si nota anche dal fatto che con il tempo vari altri tiktoker hanno cominciato a visitare il negozio cercando di ricreare il formato o mostrando i tanti oggetti bizzarri e dai nomi tradotti in un italiano scarso che ci si possono trovare.

@alessandroarcodia La collaborazione che vi meritate #anmegastore #alessandroarcodia #bellafisica #angela ♬ suono originale – alessandroarcodia


Parte della viralità di questi video, che poi vengono condivisi anche come reel su Instagram, viene senza dubbio dalla simpatia suscitata da Angela, che parla con un accento cinese piuttosto marcato, facendo di tanto in tanto degli errori di dizione. Gli utenti sembrano apprezzare particolarmente il fatto che reagisca con grande slancio quando Michela Rullo, una delle content creator che appaiono frequentemente nei video del negozio, prova degli abiti scelti per lei. Le frasi che usa più spesso, «elegaaaante» e «bela fisica!» sono diventate dei tormentoni, citati anche all’interno di battute o meme fuori da TikTok. Trattandosi di scenette recitate in modo piuttosto amatoriale, il risultato è spesso un po’ goffo – cringe, direbbe qualcuno – ma è evidentemente questo aspetto ad aver fatto la fortuna dei video del negozio, che probabilmente se fossero stati molto professionali non avrebbero attirato alcuna attenzione.

Inizialmente, come molti altri negozi, anche AN Megastore si faceva pubblicità soltanto sui social network che storicamente si sono prestati di più alle inserzioni, come Facebook e Instagram. L’idea di provare a usare TikTok per attirare nuovi clienti del negozio, che si trova in una zona non molto centrale di Roma, è venuta ad Alessandro dopo aver notato il successo di altri piccoli imprenditori diventati volti riconosciuti sulla piattaforma, come il negozio di abbigliamento “Monelli Kids” di Napoli – famoso per il formato «Titti, cosa indossa Ludovica?» – oppure il salumiere Donato De Caprio, che grazie alla fama ottenuta su TikTok si è messo in proprio, aprendo una panineria a Napoli.

@an.megastore Cercasi costume intero ⚠️ @enne.agency ♬ suono originale – An Megastore


«Girando un po’ online ho visto questo gruppo di ragazzi che creava contenuti che mi piacevano, quindi li ho contattati quando erano proprio agli inizi: siamo stati il loro primo cliente», racconta Alessandro. «L’intenzione era di realizzare dei video per pubblicizzare un po’ la nostra attività commerciale. Ma non ci aspettavano minimamente un’esplosione del genere», dice. «Abbiamo fatto vari test con formati diversi, e quello [con i negozianti sfidati a cercare i prodotti più disparati nel negozio, ndr] è quello che ha funzionato meglio. Come personaggio principale abbiamo puntato su mia madre, che non ha paura del giudizio di nessuno e a livello caratteriale si presta molto bene, mentre io non volevo troppa visibilità».

Secondo Alessandro, negli ultimi mesi il flusso di clientela è aumentato circa del 30 per cento, e alcune persone hanno cominciato anche a riconoscerli per strada, a Roma. Ora stanno prendendo in considerazione l’idea di aprire un negozio anche online, dati i tanti commenti che chiedono se sia possibile comprare i loro prodotti su internet. «Ma avendo un’attività che vende più di 100mila prodotti, vendere al cliente fisico è molto più semplice». Contano anche di continuare a pubblicare contenuti su TikTok, anche se Alessandro è consapevole del fatto che i formati vadano rinnovati per evitare che gli utenti si stanchino e si rivoltino loro contro: «per ora, però, sono passati sei o sette mesi e andiamo ancora molto bene».

 

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La tanta attenzione ha attirato anche alcune critiche, e nei commenti compaiono insulti e stereotipi razzisti. «Nei primi mesi eravamo ricoperti di offese, mentre ora dalla community arrivano molti più messaggi di incoraggiamento e di ringraziamento», racconta Alessandro. Tra le altre critiche che emergono di tanto in tanto nei commenti ce ne sono varie dirette verso le modalità produttive che rendono possibile la disponibilità di così tanti prodotti a basso prezzo, che notoriamente hanno alti costi ambientali e spesso si basano sullo sfruttamento di manodopera malpagata.