In Europa ci si assicura poco contro i danni delle catastrofi naturali

C’entrano l’alto costo delle polizze, l’abitudine dello stato a intervenire e risarcire, e un’educazione finanziaria piuttosto scarsa

Una macchina schiacciata da un albero sradicato dal nubifragio della notte del 25 luglio, a Milano (Claudio Furlan/LaPresse)
Una macchina schiacciata da un albero sradicato dal nubifragio della notte del 25 luglio, a Milano (Claudio Furlan/LaPresse)
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I cittadini europei sono tra quelli meno assicurati contro gli eventi meteorologici estremi e le catastrofi naturali, come si è visto nelle ultime settimane dopo gli ultimi incendi, nubifragi e alluvioni che hanno devastato ampi territori di diversi paesi, tra cui Grecia e Italia. L’assicurazione tra le altre cose permette di non spendere cifre esagerate per riparare gli ingenti danni provocati per esempio a edifici e auto, perché garantisce un rimborso. Ma per almeno due ragioni moltissime persone non avevano pensato di assicurare i propri beni: sia per una tendenza generale a sottovalutare la frequenza e i danni di questi eventi, sia perché in alcuni casi le polizze stanno diventando sempre più costose.

La Banca Centrale Europea stima che nel territorio dell’Unione europea mediamente solo un quarto dei danni causati dagli eventi estremi sia coperto da assicurazione. Questo vuol dire che il 75 per cento resta completamente a carico dei proprietari dei beni danneggiati, che non possono contare sui rimborsi. È un problema economico e sociale assai rilevante, anche nella prospettiva che gli eventi meteorologici avversi diventino sempre più frequenti e violenti a causa del cambiamento climatico.

Rispetto alle altre aree del mondo in Europa le polizze assicurative per questo genere di eventi sono relativamente poco diffuse. Secondo uno studio della compagnia assicurativa Munich Re, una delle più importanti al mondo, negli ultimi anni in Europa circa il 63 per cento dei danni non è risultato coperto da una polizza. È una quota più elevata della regione Asia-Pacifico, in cui nei primi sei mesi di quest’anno il 57 per cento dei danni provocati da catastrofi naturali non era coperto da assicurazione, e soprattutto del Nord America, dove è del 24 per cento.

L’Autorità europea per le assicurazioni e le pensioni misura il rapporto tra quanto è alto il rischio che certi eventi estremi si verifichino nei vari stati e la copertura assicurativa presente negli stessi paesi per i potenziali danni. Per esempio, i dati riferiti a Italia e Grecia mostrano come la copertura assicurativa per l’alto rischio sismico sia troppo bassa, se rapportata al rischio di terremoti in entrambi i paesi.

L’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici stima che in Italia le case assicurate contro i danni da calamità naturali siano solo il 5 per cento del totale, nonostante il 75 per cento sia esposto al rischio. La quota sale nel caso delle polizze contro i danni da incendio: in questo caso circa la metà delle case italiane è assicurata, anche perché è obbligatoria in caso si debba stipulare un mutuo per l’acquisto. Non lo è invece quella per il rischio alluvione: l’eccezionale alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna ha causato 9 miliardi di euro di danni, di cui solo 1 era coperto dall’assicurazione, secondo i dati di Munich Re.

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Le polizze che coprono ampiamente i danni da catastrofi naturali ed eventi meteorologici avversi sono tra l’altro piuttosto costose. Secondo la BCE con l’aggravarsi del cambiamento climatico è probabile che lo saranno sempre di più, che imporranno vincoli sempre più stringenti e che garantiranno rimborsi sempre meno consistenti: non proprio un incentivo a stipularle.

Inoltre, non sempre le polizze contro gli eventi atmosferici o le catastrofi coprono tutti i danni. Per fare un esempio, in Italia nei casi di grandine spesso le assicurazioni inseriscono un massimale di risarcimento fino a 1.500 euro, insufficiente a coprire i notevoli danni nelle zone più colpite. Secondo i dati di Federcarrozzieri, i costi di riparazione per i danni della grandine variano da un minimo di 900 euro per piccoli interventi a un massimo di 10.000 euro per auto che hanno subito danni ingenti. Anche Federcarrozzieri segnala che con l’aumento degli eventi estremi in Italia le relative polizze stanno diventando più rigide e con limitazioni crescenti.

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Il costo delle polizze, comunque, non è l’unico motivo per cui gli europei non si assicurano. Le persone generalmente sottovalutano la probabilità e l’impatto delle catastrofi. E questo probabilmente perché ci si deve ancora abituare al fatto che questi eventi stiano diventando sempre più frequenti e disastrosi. È probabile dunque che gradualmente aumenterà l’interesse per polizze che proteggano dai rischi ambientali.

In più in alcuni paesi europei, come l’Italia, l’educazione finanziaria è scarsa e talvolta molte persone non hanno le conoscenze necessarie a fare scelte economiche consapevoli e appropriate: come per esempio quella di assicurare la propria casa contro i danni da terremoti, se si vive in una zona ad alto rischio sismico.

Secondo la Banca Centrale Europea, un disincentivo alla stipula di assicurazioni contro i danni da disastri naturali è dato anche dall’idea piuttosto diffusa che in caso di eventi estremi i governi saranno sempre pronti a compensare le perdite e che quindi non ci sia bisogno di una polizza. In economia questo meccanismo si chiama “azzardo morale”: le persone non fanno sforzi per ridurre i rischi perché si aspettano comunque di essere risarcite nel caso in cui subiscano un danno.

Come conseguenza, nella maggior parte dei casi i governi europei devono farsi davvero carico dei danni di questi eventi, proprio perché le assicurazioni sono poco diffuse. I risultati però sono spesso insoddisfacenti: le strutture pubbliche sono più lente delle assicurazioni nell’erogare risarcimenti, e gli interventi aumentano la spesa pubblica scaricando sull’intera collettività il costo delle catastrofi. Se le mie tasse andranno a ripagare i danni di chi non si è assicurato, non sono molto spinto a pagare di tasca mia anche un’assicurazione sui miei eventuali danni.

Qualche tentativo per incentivare le persone ad assicurarsi comunque è stato fatto: da qualche anno è detraibile dalle tasse una quota dei premi pagati per le polizze assicurative contro gli eventi estremi.