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  • Mercoledì 2 agosto 2023

L’Antitrust ha aperto un’indagine sui «disservizi» dei taxi

Come i lunghi tempi di attesa e l'uso poco trasparente dei tassametri: indagherà anche sul problema delle poche licenze

Persone in attesa di un taxi alla stazione Termini di Roma (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Persone in attesa di un taxi alla stazione Termini di Roma (Cecilia Fabiano/LaPresse)
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L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, più spesso chiamata Antitrust, ha avviato un’attività di verifica nel settore dei taxi a Milano, Roma e Napoli per capire da dove vengano i molti disagi per gli utenti che sono stati segnalati negli ultimi mesi. Nel comunicare l’indagine l’Antitrust ha citato diversi disservizi: i lunghi tempi di attesa, l’uso poco trasparente del tassametro, il mancato funzionamento dei Pos per pagare con bancomat e carte di credito e in generale il rifiuto dei pagamenti elettronici.

L’Antitrust ha spiegato che un’altra parte dell’indagine cercherà invece di stabilire se il sistema delle licenze a numero chiuso per i tassisti ostacoli la concorrenza nel settore, escludendo la possibilità per altre persone di accedere alla professione e causando problemi nella soddisfazione della domanda.

Quello del numero delle licenze disponibili è uno dei punti che sono stati più volte sollevati negli ultimi mesi: è ormai piuttosto conclamato che in alcune grandi città non ci siano abbastanza taxi, ma da tempo i tassisti si oppongono alla possibilità che vengano messe a disposizione nuove licenze, per il timore che questo comporti per loro una diminuzione dei guadagni e una perdita di valore della loro licenza. Solitamente le licenze vengono vendute ai nuovi tassisti da altri tassisti, e sono necessari grandi investimenti proprio per via del numero limitato in circolazione.

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Dopo l’annuncio dell’Antitrust martedì il governo ha fatto sapere attraverso le chat con i giornalisti che affronterà i problemi del servizio dei taxi «nei prossimi giorni», con una serie di formule vaghe che non hanno chiarito che genere di provvedimenti saranno presi né quando saranno presi. L’indagine dell’Antitrust in ogni caso è stata comunicata poche ore prima che cominciasse un incontro già previsto tra i rappresentanti dei tassisti e i due ministri competenti, quello dei Trasporti Matteo Salvini e quello delle Imprese Adolfo Urso.

Anche dall’incontro però non è uscito niente di concreto: i due ministri hanno solo diffuso un comunicato nel tardo pomeriggio in cui citavano alcune proposte già avanzate da diversi politici di maggioranza e opposizione nell’ultimo periodo. Una è quella della cosiddetta “doppia licenza”, già proposta da esponenti di Azione e Italia Viva qualche giorno fa: consisterebbe nel regalare a ogni tassista una seconda licenza da rivendere sul mercato, in modo che possa guadagnare dalla vendita. È una proposta molto benevola con i tassisti, che punta a far aumentare il numero delle licenze senza scontentarli troppo.

Un’altra sono i doppi turni (al momento i tassisti possono fare più di un turno di lavoro al giorno solo in situazioni straordinarie) e un’altra ancora le “doppie guide”: un sistema che permette a chi ha una licenza di nominare una seconda persona che possa guidare il suo taxi quando lui non lavora, in modo da avere il taxi in giro per più ore durante la giornata. Quest’ultima è già stata provata a Milano negli ultimi mesi senza risultati rilevanti. Nella maggior parte dei casi sono soluzioni che cercano di evitare di mettere nel mercato nuove licenze per evitare le proteste dei tassisti.

I sindacati di categoria hanno criticato ciascuna di queste proposte, soprattutto quella delle doppie licenze che è relativamente nuova. Si sono anche lamentati del fatto che dopo l’incontro i ministri si siano limitati a un comunicato senza far arrivare loro «proposte scritte».

Non è chiaro cosa intenda fare il governo nei prossimi giorni, ma l’indagine dell’Antitrust verosimilmente creerà un’urgenza maggiore sul tema. L’Antitrust è una delle molte autorità amministrative indipendenti presenti in Italia, che agiscono in modo slegato dalle istituzioni. Ha poteri normativi, di vigilanza e sanzionatori, e al termine dell’indagine potrebbe dare un forte indirizzo alle soluzioni percorribili per il governo.

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