In Myanmar è stato prolungato lo stato di emergenza e le elezioni sono state rimandate
La giunta militare al potere in Myanmar dopo il colpo di stato del 2021 ha annunciato un prolungamento dello stato di emergenza e il rinvio delle elezioni previste ad agosto a una nuova data che non è stata comunicata. Lunedì 31 luglio, durante una dichiarazione alla televisione di stato, i militari hanno giustificato la loro decisione con le violenze in corso nel paese: «Per avere un’elezione libera ed equa e anche per poter votare senza alcun timore, sono ancora necessarie le misure di sicurezza e quindi il periodo di stato di emergenza è stato esteso».
Dal colpo di stato del febbraio del 2021, che aveva estromesso dal governo la leader eletta e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, nel paese è in corso un violento conflitto civile che ha causato finora quasi 4mila morti, centinaia di migliaia di arresti e di sfollati. Dopo aver preso il potere, oltre a Aung San Suu Kyi, l’esercito aveva arrestato tutti i principali leader del partito di maggioranza e aveva dichiarato un anno di stato d’emergenza che è stato poi prolungato per quattro volte. L’emergenza consente al capo delle forze armate, il generale Min Aung Hlaing, di mantenere i poteri legislativi, giudiziari ed esecutivi.
Nel frattempo Aung San Suu Kyi, che ha 78 anni e che sta scontando una condanna a 33 anni per accuse che a livello internazionale sono ampiamente viste come un modo per tenerla lontana dalla politica, è stata graziata per cinque dei diciannove reati per i quali è stata incarcerata. La grazia, annunciata martedì 1 agosto, fa parte di un’amnistia concessa a più di 7mila persone detenute in occasione di una festività religiosa.