Le polemiche sulla caccia con arco e frecce in Liguria

Le nuove regole approvate dalla Regione sono state contestate dalle associazioni animaliste, che definiscono questa pratica una barbarie

un cinghiale a genova
Un cinghiale a Genova (ANSA/LUCA ZENNARO)
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Negli ultimi giorni in Liguria ci sono state molte discussioni e polemiche sulle nuove regole che consentono ai cacciatori di cacciare con arco e frecce. Le regole sono state approvate la scorsa settimana dal consiglio regionale su proposta del presidente della commissione Attività produttive, il leghista Alessio Piana. Oltre alla possibilità di utilizzare arco e frecce, è stata introdotta la caccia di selezione al cervo e al muflone, ovvero un abbattimento pianificato di questi animali secondo alcuni criteri legati alla loro diffusione sul territorio, e l’estensione dei periodi di caccia al daino e al cinghiale. In particolare non ci saranno più limitazioni temporali per cacciare i cinghiali: si potranno uccidere tutto l’anno.

Nel provvedimento è specificato che la possibilità di cacciare con arco e frecce è prevista dalle leggi nazionali e che negli ultimi anni molte altre regioni l’hanno inclusa nei loro regolamenti. Nonostante le precisazioni, da giorni diverse associazioni stanno protestando contro quella che definiscono una barbarie.

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Secondo le associazioni Gaia Animali & Ambiente e Animalisti Genovesi la caccia con arco e frecce è un “esercizio di crudeltà” in quanto l’animale colpito dalla freccia non muore sul colpo, ma attraverso una lenta e dolorosa agonia: muore infatti per dissanguamento o perché colpito da altre frecce. Inoltre le associazioni sostengono che l’allungamento dei periodi di caccia ai daini e ai cinghiali sia rischioso perché molte persone frequentano le campagne durante tutto l’anno.

Le associazioni hanno organizzato una campagna di mail bombing, cioè un invio massivo di mail alle caselle di posta della Regione Liguria, per protestare contro le nuove regole. «Non siamo più nella preistoria e almeno qualche base etica comune dovrebbe sussistere, come non infliggere a nessuno sofferenza non necessaria», si legge nella mail. «La delibera approvata non rispetta questa base: i cacciatori con l’arco non sono tutti campioni olimpici ed è facile ipotizzare situazioni con animali trafitti da una freccia che vagano e agonizzano per giorni».

Il consigliere Alessio Piana ha risposto alle critiche sostenendo che la caccia è indispensabile per tenere sotto controllo la diffusione degli animali, in particolare dei cinghiali. Nei primi sette mesi del 2023 in Liguria sono stati abbattuti 1.744 cinghiali, di cui 300 soltanto nel territorio della città di Genova, quasi il doppio rispetto ai 900 dello scorso anno.

La novità è stata molto criticata anche dall’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, di cui fanno parte deputati e senatori di diversi gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione. Il gruppo ha firmato un documento per chiedere alla Regione Liguria di revocare la possibilità di cacciare con arco e frecce in quanto «esalta soltanto l’essenza sanguinaria e il carattere anacronistico» della caccia.