Il nuovo marchio di Twitter ha già molti problemi

Il logo è improvvisato, il nome potrebbe essere molto difficile da registrare, senza contare la probabile perdita di riconoscibilità

Un addetto rimuove l'insegna dalla sede di Twitter a San Francisco (AP Photo/Godofredo A. Vásquez)
Un addetto rimuove l'insegna dalla sede di Twitter a San Francisco (AP Photo/Godofredo A. Vásquez)
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Dopo averlo annunciato domenica sera, lunedì il capo di Twitter Elon Musk ha cominciato a sostituire il nome della piattaforma e il suo logo, che è stato finora un uccellino azzurro, con una “X”. Il nuovo logo è stato presentato da Musk come provvisorio ma è comparso già un po’ dappertutto (sulla piattaforma ma anche proiettato sulla sede dell’azienda): è una “X” abbastanza essenziale, senza grazie, in bianco e nero. In un’operazione molto inusuale per un’azienda grande e nota come Twitter, il nuovo logo è stato scelto dopo un rapido sondaggio di Musk ed è stato proposto da Sawyer Merritt, uno dei tanti utenti che avevano risposto. Merritt aveva detto di averlo usato in origine per un proprio podcast su Musk, poi interrotto.

Sia il nuovo nome della piattaforma che il logo provvisorio però potrebbero comportare non pochi problemi per Musk e la sua azienda, il cui nome era stato cambiato da Twitter a X Corp già lo scorso marzo. Secondo molti esperti infatti registrare il marchio X, uno dei più diffusi tra quelli da una lettera, potrebbe portare complicazioni legali, soprattutto se il logo dovesse rimanere quello che c’è ora, un simbolo probabilmente copiato da caratteri già esistenti e di proprietà di altri. A tutto questo si aggiunge il fatto che cancellare completamente un marchio forte come quello di Twitter potrebbe, secondo una stima approssimativa di Bloomberg, far perdere all’azienda di Musk dai 4 ai 20 miliardi di dollari di valore.

Per quanto riguarda il nome del nuovo marchio, vari esperti hanno fatto notare che altre aziende concorrenti di Twitter, come Meta e Microsoft, possiedono già i diritti di alcuni marchi legati alla lettera “X”, cosa che potrebbe portare a grosse battaglie legali. Più in generale, qualsiasi azienda proprietaria di un marchio legato alla lettera “X” (che negli Stati Uniti sono diverse centinaia) potrebbe fare causa a Twitter, che non avendo registrato il marchio prima dell’introduzione farebbe fatica a difendersi.

Un avvocato statunitense specializzato in marchi ha spiegato a Reuters che è molto difficile registrare un marchio da una singola lettera, specialmente una già ampiamente usata come la “X”, e che quindi è probabile che Twitter riuscirà a difendersi solo da tentativi di imitazione molto espliciti. Commentando il logo usato attualmente per Twitter, ha aggiunto che il fatto che sia così poco distintivo limita ulteriormente questa possibilità.

È una cosa che hanno fatto notare parecchi online, da quando lunedì il logo provvisorio scelto da Musk per sostituire l’uccellino azzurro di Twitter ha cominciato a comparire un po’ ovunque. Alcuni hanno notato che è molto simile al carattere (U+1D54F) del sistema di codifica Unicode, cioè il sistema comune standard per la scrittura dei caratteri sui sistemi informatici. E infatti a prima vista è molto simile a quello che lo stesso Musk ha potuto inserire in un suo tweet (uno spazio dove si possono mettere solo caratteri di testo), o che si può inserire in questo articolo: 𝕏.

Altri hanno sostenuto invece che il nuovo logo sia uguale al carattere della “X” maiuscola già registrato all’interno di Special Alphabets 4, uno dei font che fanno parte del catalogo Special Alphabets, di proprietà di Monotype e scaricabile online. Intervistato da Ars Technica però il direttore creativo di Monotype ha detto che per quanto sia effettivamente molto simile, la “X” di Twitter è diversa da quella del loro font.

Merritt ha però confermato di aver trovato online il carattere della “x” che ha usato per fare la gif animata che Musk ha ripubblicato. E ha aggiunto che questa è diversa dal logo originale del suo podcast, che era stato disegnato da un grafico che si era ispirato a quel carattere, ma ne aveva ispessito le linee.

Musk aveva comprato Twitter per 44 miliardi di dollari lo scorso ottobre, molto più di quanto valesse il social network, che era già in difficoltà da anni, e aveva recentemente fatto sapere che le cose non stavano migliorando e che gli inserzionisti si erano dimezzati nell’ultimo periodo. È possibile che la decisione di cancellare uno dei marchi più riconoscibili e famosi nel mondo e tutto ciò che ci gira attorno – per esempio anche la parola “tweet”, che è diventata in molte lingue il nome comune che si usa per riferirsi ai post sulla piattaforma – aggravi le recenti enormi perdite economiche e di credibilità recenti dell’azienda.

Altre aziende concorrenti di Twitter, come quelle che possiedono Google e Facebook, negli ultimi anni hanno cambiato nome rispetto a quello dei propri marchi più famosi (e diventando rispettivamente Alphabet e Meta), ma nessuna delle due ha cambiato nome ai propri prodotti (che continuano a chiamarsi Google e Facebook) come sta facendo Musk con Twitter.

Nonostante tutto, l’operazione di Musk non ha stupito più di tanto, dal momento che molte delle novità introdotte su Twitter da quando ne è a capo sono state riconducibili più alla sua impulsività che a strategie particolarmente ponderate. Rispetto alla decisione di trasformare Twitter in X, Musk ha semplicemente spiegato che la X è una lettera che gli è sempre piaciuta. E si trova infatti già nel nome della sua azienda aerospaziale SpaceX, nella società che ha detto di voler creare per dedicarsi all’intelligenza artificiale (X.AI) e in alcuni dei nomi dei suoi figli.