Forse il governo ha trovato una soluzione per sbloccare la terza rata del PNRR

I fondi sono ancora fermi e per risolvere ha proposto alla Commissione Europea un compromesso posticipando uno degli obiettivi

Raffaele Fitto, ministro per gli Affari esteri, per il Sud e per il PNRR (ANSA/ETTORE FERRARI)
Raffaele Fitto, ministro per gli Affari esteri, per il Sud e per il PNRR (ANSA/ETTORE FERRARI)
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Giovedì il governo italiano ha presentato alla Commissione Europea un piano per modificare uno degli obiettivi previsti dal PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza con cui il governo intende spendere i finanziamenti europei del bando Next Generation EU. Nelle intenzioni del governo la modifica dovrebbe permettere all’Italia di ricevere la terza rata dei fondi, che è ancora bloccata.

Il piano prevede che uno degli obiettivi prefissati per ottenere la terza rata, ovvero la costruzione di nuovi alloggi universitari, venga spostato tra tutti quelli da raggiungere entro il 2026: in questo modo l’Italia rinuncerebbe nell’immediato a una parte dei fondi della terza rata, che però verrebbero recuperati entro la fine del 2023, quando dovrebbe essere pagata la quarta rata. Al momento non è certo che la proposta del governo italiano verrà accolta dalla Commissione Europea, anche se sembra molto probabile.

Il PNRR prevede per l’Italia in tutto finanziamenti per 221,1 miliardi di euro, di cui 190,5 miliardi dal Recovery Fund (fra sussidi e prestiti a basso tasso d’interesse) e 30,6 miliardi di risorse economiche nazionali. Ogni rata versata dall’Unione Europea è legata al rispetto dei punti contenuti nel piano entro le scadenze indicate. Finora la Commissione Europea ha concesso all’Italia un prefinanziamento da 24,9 miliardi di euro il 13 agosto del 2021, la prima rata da 21 miliardi di euro il 13 aprile 2022 e la seconda rata da 21 miliardi all’inizio di novembre. La terza rata, che vale circa 19 miliardi di euro, era stata richiesta alla fine del 2022, e l’erogazione dei fondi era prevista inizialmente per la fine di aprile.

C’erano state però alcune contestazioni formali da parte dei funzionari europei per via di un problema nella costruzione di 7.500 nuovi alloggi per gli universitari, uno degli obiettivi intermedi che l’Italia avrebbe dovuto raggiungere entro la fine del 2022 per ottenere i fondi della terza rata (il PNRR prevede in totale la costruzione di 60mila posti letto per studenti entro il 2026). La Commissione Europea aveva contestato che parte degli alloggi per cui l’Italia aveva chiesto i fondi era in realtà composta da strutture che erano già studentati prima del PNRR, cosa che andrebbe contro i requisiti del piano.

Per risolvere il governo italiano ha deciso di chiedere alla Commissione Europea di eliminare l’obiettivo dei 7.500 posti letto da quelli necessari per ottenere la terza rata, che verranno inclusi nell’obiettivo finale dei 60mila posti letto totali. In cambio l’Italia rinuncerà a circa 519 milioni di euro previsti dalla terza rata, che passerà quindi da 19 a 18,5 miliardi di euro. Quei soldi verranno spostati nella quarta rata del PNRR, che l’Italia conta di ricevere entro la fine del 2023 e che salirà a 16,5 miliardi di euro.

Anche se non è certo che la Commissione Europea accetterà le richieste del governo italiano, sembra molto probabile che questa soluzione verrà ritenuta un compromesso accettabile dalle istituzioni europee. Giovedì sera ne ha parlato in termini molto ottimistici anche Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici. «Per noi si tratta di un’intesa positiva. Abbiamo lavorato molto in queste settimane in modo costruttivo, e penso che la soluzione sia molto positiva», ha detto Gentiloni.

– Leggi anche: L’opera più costosa del PNRR

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