Almeno 30 persone sono state uccise con colpi di artiglieria in un mercato della città sudanese di Omdurman, vicino alla capitale Khartum

Omdurman, 2009 (Petr Adam Dohnálek / Wikimedia)
Omdurman, 2009 (Petr Adam Dohnálek / Wikimedia)

Martedì almeno 30 persone sono state uccise in un mercato a Omdurman, in Sudan, con colpi di artiglieria che fonti mediche sostengono essere stati sparati da una base militare controllata delle forze governative, che da mesi combattono una guerra civile contro un gruppo paramilitare sudanese (Omdurman fa parte dell’area metropolitana di Khartum, la capitale). Un commerciante del posto ha detto al Guardian che «il mercato è diventato molto pericoloso, soprattutto al pomeriggio. Puoi essere colpito da un bombardamento e morire».

La guerra civile in Sudan era iniziata lo scorso 15 aprile, al culmine di una serie di tensioni tra il presidente Fattah al Burhan, che guida l’esercito regolare, e il vicepresidente Mohamed Hamdan Dagalo, che guida le Rapid Support Forces (RSF). I due guidavano una giunta militare, il Consiglio Sovrano, che governava il paese da ottobre del 2021 dopo aver preso il potere con un colpo di stato. Circa metà degli abitanti delle città di Khartum e Omdurman ha abbandonato la propria casa dall’inizio degli scontri.

Questa settimana è stata tra quelle più violente dall’inizio della guerra, con un numero molto alto di civili uccisi: solo sabato scorso un bombardamento aereo, che le RSF hanno sostenuto fosse stato condotto dalle forze governative, aveva ucciso 38 persone a Omdurman. Domenica un altro bombardamento aveva ucciso nove persone in una moschea di Khartum. I combattimenti sono stati particolarmente violenti anche nelle regioni del Kordofan e del Darfur, nella parte centrale e orientale del paese.

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